Quel momento esatto in cui hai spiegato le tue ragioni, hai fornito i rimandi del caso, non hai ceduto alle provocazioni. Ma l'altro insiste, continua, ti tira per la giacchetta, reclama ancora attenzione.
Quello è il momento in cui io trovo saggio abbandonare la discussione.
E invece tendiamo a continuare, con vera tigna, con l'idea di riuscire, alla fine, ad "avere ragione".
Ma siccome la comunicazione è un atto collaborativo, in cui non esistono soggetti passivi (ovvero, sia il mittente che il destinatario collaborano per la migliore riuscita di essa), quando l'altro non ne vuole proprio sapere, sbraita, si agita scompostamente, insulta, schernisce, insiste, pesta i piedi, non è proprio possibile che succeda qualcosa di davvero buono.
Allora tanto vale lasciare stare. La maggioranza silenziosa, che osserva lo scambio, si farà comunque le sue idee.
*** Vera GHENO, sociolinguista, 'facebook', 9 febbraio 2018, qui
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