Ogni tanto di quelli che rendono più stronzo e cattivo questo Paese bisogna fare nome e cognome: con pacatezza e nonviolenza, ma senza infingimenti.
Una persona che contribuisce a rendere più barbaro questo paese, ad esempio, si chiama Clara Rech, ha 57 anni, è professoressa di storia dell’arte e da sette anni è anche la preside del liceo classico Ennio Quirino Visconti, nel centro - anzi nel centrissimo - di Roma.
Molti lo avranno sicuramente già letto, ma non vorrei che nel casino della campagna elettorale sia sfuggito a qualcuno e allora giova ricordare quello che ha scritto la preside Clara Rech nel profilo di autovalutazione del suo liceo:
«Le famiglie che scelgono il nostro liceo sono di estrazione medio-alta borghese, per lo più residenti in centro. Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. La percentuale di alunni svantaggiati per condizione familiare è pressoché inesistente. Tutto ciò favorisce il processo di apprendimento».
In sostanza, cari benestanti di razza bianca sani, venite al nostro liceo perchè qui non ci sono immigrati, poveri e disabili.
Ora, noi ci chiediamo ogni tanto da dove provenga il virus fascista e razzista di ritorno in Italia, e ce la prendiamo con CasaPound, con Forza Nuova, con Salvini o Meloni.
Certo, questi signori contribuiscono: ma forse non sono l'unica fonte del fascismo e del razzismo, anzi ne sono soprattutto i beneficiari.
La fonte del fascismo e del razzismo sta in una parte della classe dirigente di questo Paese, sta nelle persone come Clara Rech, plurilaureata, colta, docente, dirigente scolastica eppure convinta che gli immigrati, i disabili e i poveri a scuola siano un danno, un problema, non un’occasione di contaminazione e di crescita interiore degli studenti.
Appunto: qui non è soltanto questione solo di etica, di moralità, di politica. Che pure ci sta, ovvio. Ma è anche una questione pragmatica, di capire che cosa è utile ai ragazzi.
È davvero utile rinchiuderli in una bolla dove il diverso non esiste? È davvero utile evitare che frequentino coetanei di etnia diversa, di classe sociale diversa o di abilità psicofisica diversa?
Vedete, per un anno - il primo - ho mandato anch’io mio figlio al Visconti, senza sapere bene cos'era, poi l’ho fatto rapidamente cambiare, parecchio prima dell’autovalutazione fasciorazzista che ho citato sopra.
Perché il Visconti, rinchiuso in un solenne edificio gesuita del 500, è quell’Italia lì, quella convinta che non ci si debba contaminare, che il mescolarsi sia un danno per l’apprendimento, che la multiculturalità non sia un fattore di crescita e di maturazione dei ragazzi, che il salad bowl non sia qualcosa che li rende più grandi e responsabili.
Ecco, detto sempre con pacatezza e nonviolenza, ma la professoressa Clara Rech ha espresso subvalori culturalmente fascisti e razzisti. Ed è stata anche pedagogicamente stupida, perché l’idea che la contaminazione sia un ostacolo alla maturazione e non un fattore di maturazione è sostanzialmente stupida.
In un paese decente, la professoressa Clara Rech sarebbe stata immediatamente messa a riposo, o comunque in condizione di non nuocere: lontano dagli studenti, a chiudere buste in un ufficio del ministero della Pubblica istruzione. Invece è ancora lì, a svolgere male quello che è un compito fondamentale per una società, cioè la formazione culturale delle prossime generazioni.
Inspiegabile - vergognosamente inspiegabile - è che il ministro Fedeli non la rimuova. E che non rimuova - urgentemente - altri dirigenti scolastici come la preside del liceo classico D'Oria di Genova, Mariaurelia Viotti: «L’assenza di gruppi di studenti con caratteristiche particolari dal punto di vista della provenienza culturale (come, ad esempio nomadi o studenti provenienti da zone particolarmente svantaggiate) costituiscono un background favorevole alla collaborazione ed al dialogo fra scuola e famiglia, nonché all’analisi, con apporti reciproci, delle specifiche esigenze formative, nell’ottica di una didattica davvero personalizzata».
E ce ne sono altri ancora, di istituti pubblici e parificati.
È così, è con "educatori" così che nascono i fascismi e i razzismi, è questo il terreno che poi fa crescere la peggiore coscienza comune.
I fantasmi del fascismo non sono lontani da noi, e non sono solo i quattro crani rasati di Forza Nuova o CasaPound.
I fantasmi sono tra noi, ben vestiti e spesso laureati, fascisti e razzisti senza neppure rendersene conto.
E sono questi che mi fanno più paura.
*** Alessandro GILIOLI, giornalista e saggista, Sulla professoressa Clara Rech, gli "educatori" e il rigurgito fascista, blog 'piovono rane', 12 febbraio 2018, qui
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