Il fascismo 'storico', ovviamente, è morto.
Mussolini non torna più: e se torna è solo nella fiction del film che gira ora nelle sale italiane (Sono tornato).
Ma il fascismo 'psico-culturale', con le sue pulsioni di pancia (egoismo, narcisismo, menefreghismo, xenofobia, razzismo, squadrismo, prepotenza, violenza...), è vivo e sempre più montante.
Perché cammina sulle gambe di troppa gente (partiti, associazioni, pagine di social network) e il caso di Macerata, vero attentato terroristico di marca fascista e razzista, non è che l'ennesimo episodio di violenza bruta che dichiara senza remore la sua ispirazione tossica e antidemocratica.
Ognuno di noi può 'contenere' questo fascismo, che corre sempre meno sotto-traccia nella società, prima di tutto agendo su se stesso.
Oppure può dargli facile sfogo: liberandolo, alimentandolo, diffondendolo. Esibendolo con impudenza. Ma anche minimizzandolo. Magari facendo spallucce e dicendosi che non esiste.
Mi pare che chi opta per contenerlo, cercando di spurgare l'Ombra che è in ognuno di noi, oltre che fare la fatica di non lasciarsi andare a certi atteggiamenti e comportamenti nella società sempre più giustificati, o comunque benevolentemente tollerati, debba riuscire, tra l'altro, nell'impresa non facile di reagire all'immagine di 'buonista' che gli viene lanciata addosso; e che, nell'intenzione dei mittenti, equivale oggi a quanto di peggio possa essere detto di una persona.
Eppure agire costantemente in chiave di 'contenimento' è l'unico modo per recuperare, in mezzo a tanta disumanità, quel nocciolo duro e ineliminabile di umanità positiva che, nonostante tutto, continua a esistere nell'umano.
Altrimenti, minimizzando, o negando, o anche solo 'tenendo i toni bassi', si finisce come si è finiti tante volte: l'ultima delle quali all'inizio del secolo scorso, quando fascismo e nazismo non sono stati riconosciuti per ciò che erano fino al momento in cui fu troppo tardi per combatterli. E per vincerli si è dovuto subire la tragedia della seconda guerra mondiale.
La storia non si ripete mai uguale. Ma si ripete.
Perché chi la fa siamo noi umani. Capaci di essere disumani come solo gli umani sanno essere. Specie quando non ci sforziamo di difendere e coltivare l'umano che è in noi.
*** Massimo Ferrario, Fascismo, quello 'storico' e quello 'psico-culturale', per Mixtura
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