Il tipino social #eroironico è quello che, colto in castagna (o perché ha detto una cavolata, o perché ha fatto ricorso a un battuta logora) si difende dicendo "ero ironico", "guarda che era una battuta", "sei tu che non hai capito".
La battuta da eroironico per eccellenza, in questo momento, per me è "se tu vuoi che si dica ministra, allora io esigo che si dica pediatro, autisto, atleto per par condicio".
Perché questa non è una battuta e, soprattutto, non fa ridere?
Perché non serve ad altro se non a far vedere che l'autore della battuta non ha alcuna nozione di etimologia e di storia della lingua; non comprende che nessuno ha intenzione di far sì che tutte le parole in -a siano femminili e tutte le parole in -o siano maschili; non fa un esempio calzante perché queste parole, pur finendo in -a, sono già sia maschili che femminili.
Infine, quand'anche l'autore ricorresse alla difesa "ho fatto una battuta", tale battuta non fa ridere perché... oltre a essere proprio sbagliata nel merito, è già stata fatta tra le 50.000 e le 100.000 volte. Come dire, è logora. Giusto un po'.
Ma io, ove possibile, continuerò a rispondere con pazienza, sperando che almeno una persona tra le molte che assistono, in silenzio, a questi scambi sui social, capisca l'antifona.
*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 8 gennaio 2018, qui
In Mixtura altri contributi di Vera Gheno qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui
Nessun commento:
Posta un commento