e non abbiamo mai fatto,
è chi ha voluto prendere la parola
e non ha trovato la parola giusta,
tutto quello che se ne è andato
senza rivelarci il suo segreto,
quello che possiamo toccare e persino scavare
con il ferro senza mai raggiungerlo,
quello che si è fatto onde e poi ancora onde
perché si cerca senza trovarsi,
quello che è diventato schiuma
per non morire del tutto,
quello che si è trasformato in scia di qualche secondo
per il gusto fondamentale dell’eterno,
quello che avanza negli abissi
e non salirà mai in superficie,
quello che sale in superficie
e teme gli abissi,
tutto questo e altro ancora,
il mare.
*** Jules SUPERVIELLE, 1884-1960, poeta e traduttore francese, Il mare, da Oblieuse mémoire, 1949, in 'blog di franz laszlo melas', 15 giugno 2013, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Jules_SupervielleIn Mixtura ark #SguardiPoietici qui
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