Oggi in Afghanistan c'è stato un altro bagno di sangue. Apro la posta: è Roberto, dall'ospedale di Emergency a Lashkar-gah.
"Chissà se qualcuno dalle nostre parti saprebbe localizzare in una mappa la cittadina di Lashkar-gah? No, non credo onestamente.
Eppure Lashkar-gah esiste, ed è pure una città importante qua. Ha circa 250mila abitanti ed è il capoluogo della regione. Come Bologna o Firenze. Solo che non è Firenze e neanche Kabul. Nessuno la conosce. E se nessuno la conosce nessuno ne parla. E se nessuno ne parla, per la nostra gente non esiste.
Invece oggi qua, nella città fantasma, a mezzogiorno è esplosa un'autobomba alla Kabul bank, a 150 metri dal nostro ospedale.
Prima si è sentito lo spostamento d'aria, poi un sacco di polvere, poi sono cominciati a piovere detriti, pure il parafango di una macchina nel nostro giardino. È saltata qualche finestra, un pezzo di controsoffitto del corridoio delle corsie è venuto giù.
Poi, i soliti minuti interminabili di silenzio, il nostro, e di spari serrati, fuori dal cancello.
Poi il fiume di gente. Prima uno alla volta, poi un'onda di sangue e ossa.
Una settantina ne sono arrivati. Una quindicina ne sono morti, molti prima dell'arrivo in ospedale.
Stiamo finendo adesso di sistemare le cose, qualcuno attende ancora la sala operatoria, i chirurghi, gli anestesisti e gli infermieri sono dentro da stamattina.
Fuori dal cancello è pieno di gente che piange, li si sente da dentro il pronto soccorso.
Ma è successo a Lashkar-gah, come succede da 15 anni di continuo.
E Lashkar-gah non esiste".
La guerra è. Buon lavoro, ragazzi.
*** Cecilia STRADA, presidente di Emergency, 'facebook', 22 giugno 2017, qui
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