mercoledì 21 giugno 2017

#MOSQUITO / Natura, quando viene 'disanimata' (Carl Gustav Jung)

Purtroppo, in questo mondo non esiste alcun bene che non debba essere pagato con un male perlomeno ugualmente grande. Si continua a ignorare che un rilevante progresso viene controbilanciato da un regresso altrettanto consistente. Non si ha ancora idea di che cosa significhi vivere in una natura disanimata. Invece si ritiene un enorme progresso, che non potrà rivelarsi che vantaggioso, il fatto che l’uomo abbia assoggettato la natura e abbia per così dire afferrato il timone per guidare la nave a suo piacimento. Tutti gli dèi e i demoni, la cui non-esistenza fisica passa facilmente come prova che essi erano l’“oppio dei popoli”, ritornano al loro luogo di origine, all’uomo, e divengono una droga rispetto alla quale tutto l’“oppio” precedente non è che un gioco da bambini. Che cos’è il nazionalsocialismo se non un’immane droga che ha fatto precipitare l’Europa in un’indescrivibile catastrofe? (...)

Quando il cristianesimo scacciò gli antichi dèi, li sostituì con un unico Dio. Ma allorquando la scienza pose fine all’animismo non dotò la natura di nessun’altra anima, limitandosi a preporle la ratio umana. Perfino sotto il predominio del cristianesimo gli antichi dèi vennero temuti ancora per parecchio tempo, perlomeno in quanto demoni; ma la scienza non degnò neppure di uno sguardo l’anima della natura. Se essa fosse stata consapevole della novità sconvolgente del suo procedere, allora avrebbe dovuto arrestarsi per un momento e domandarsi se, per una simile operazione che poneva termine alla condizione originaria dell’umanità, non fosse indicato fare uso della massima cautela. In caso di risposta affermativa, si sarebbe richiesto un rite de sortie, un annuncio solenne rivolto alle potenze che si trattava di detronizzare, e una riconciliazione con loro. In tal modo si sarebbe perlomeno dimostrato il necessario rispetto nei confronti della loro esistenza. Ma la scienza, e quindi il cosiddetto uomo civilizzato, non hanno mai pensato che il progresso della conoscenza scientifica avrebbe significato un peril of the soul, da prevenirsi con qualche potente rito. Questa idea era senz’altro assurda, dato che un simile rite de sortie non sarebbe stato altro che un gentile inchino dinanzi ai demoni, mentre il trionfo dell’illuminismo si basava proprio sul fatto che gli spiriti della natura non esistessero per nulla. Invece non esisteva semplicemente quello che ci si rappresentava in simili spiriti. La cosa tuttavia esiste, nella psiche umana, e non si preoccupa di ciò che ne pensano gli sciocchi e le persone istruite. Esiste a tal punto che, sotto i nostri occhi, il “popolo più industrioso, efficiente e intelligente” d’Europa cade in uno stato mentale delirante e colloca, letteralmente, sull’altare della totalità, altrimenti riservato alla teocrazia, e ve lo mantiene, un mediocre pittore che non si era mai contraddistinto per particolare intelligenza, ma soltanto per l’impiego dei metodi di intossicazione più efficaci. Evidentemente, per dirigere uno Stato non occorrono né particolare cultura né preparazione di sorta, e anche senza alcun addestramento militare si può essere un grande Feldmaresciallo. Perfino l’intelligenza impallidisce a tale vista, e non può fare a meno di ammirare l’incredibile “genio”. In effetti, fu un evento decisamente fuori dell’ordinario che una persona si presentasse ad affermare a sangue freddo che si assumeva lui ogni responsabilità. Fu un avvenimento talmente stupefacente che nessuno pensò di domandarsi chi fosse costui che si assumeva la responsabilità, oppure di prendere le necessarie misure per evitare ogni pubblica molestia.

***  Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Opere, vol 10/2, Commenti sulla storia contemporanea, 1945-1946, in Civiltà in transizione: dopo la catastrofe, Bollati Boringhieri, edizione digitale 2014.


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