dove mai siamo arrivati. Di pensare
pensieri così a lungo sopiti
da essersi ormai inabissati.
Si tratta di cogliere con grata
sorpresa minuscoli fiori di campo,
di estrarre essenze infinite
da specie ordinarie lasciate
stupidamente a languire davanti
alla porta. Di cominciare a vivere,
ecco di cosa si tratta.
*** Franco MARCOALDI, 1955, giornalista, scrittore e poeta, Di cosa si tratta, da Franco Marcoaldi, Il tempo ormai breve, Einaudi, 2008.
Anche in 'losguardopoIetico', 278, 15 marzo 2014
https://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Marcoaldi
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mio padre diceva che occorreva percorrere sempre una strada nei due sensi per essere sicuro di scoprire tutto quello che c’è da vedere; me lo diceva quando mi stupivo di trovar funghi nello stesso posto dove ero passato poco prima nell’altro senso...e aveva ragione...
RispondiElimina...adesso ho capito il vero significato di quelle parole e ho capito che il senso inverso del percorso (della Vita) apre la vista a nuove prospettive, a nuovi punti di vista, a nuove impressioni...
...è allora che tutto assume un nuovo significato: gli oggetti intorno a te, le cose che passano...
è allora che i luoghi che tutti i giorni frequenti diventano una nuova realtà...
Grazie, Luciano: un ottimo contributo...
RispondiEliminaLe parole che 'contano-davvero' si capiscono sempre 'dopo': quando si è nell'età giusta per capirle.
I genitori, almeno quelli di una volta, in genere lo sapevano: sapevano che era comunque loro compito dire cose che i figli al momento non avrebbero colto, ma avrebbero recuperato probabilmente in un domani lontano, quando fosse arrivato il 'tempo opportuno' (kairòs...).
Loro non avevano fretta: sapevano lavorare per il futuro.
Anche questo dovremmo reimparare: perché forse, noi genitori di oggi, l'abbiamo dimenticato.