lunedì 8 maggio 2017

#SGUARDI POIETICI / Canto per l'uomo che sta morendo (Franco Arminio)

ospedali riuniti di foggia.
l'uomo che sta morendo non ha una stanza singola. 
il letto di mezzo è vuoto. stanno seduti i due fratelli.
la figlia mette il fazzoletto bagnato, l'altra figlia misura 
la febbre.
tredici anni fa il morente era nello stesso ospedale
dopo un incidente. giorni di lotte furibonde
per uscire vivo ma su una sedia a rotelle.
mi viene voglia di chiamarlo, sembra che abbia
solo un affanno e invece il cervello è allagato di sangue,
nel mare di sangue non c'è memoria, 
non c'è sguardo, il cuore resiste come un sasso,
pulsa ciecamente e l'ossigeno fa il resto.
arriva un giovane medico. non dice nemmeno una parola.
non possono soffrire per ogni malato
ma almeno le parole dovrebbero averle,
non si può andare via in silenzio
quando mancano cento respiri o mille, quando
l'uomo sul letto è come un cavallo ferito, ma ci sono
i figli dei fratelli, le cognate, i vicini di campo, 
c'è il sentimento di una famiglia contadina,
ci sono pure le mie lacrime ogni tanto, c'è 
che bisogna dire alla vita di non darsi arie, bisogna dirlo
ai vivi, bisogna fermare un attimo e farne una barchetta
per navigare fino alla fine, dentro il mondo
ma fuori dalla volgarità di credersi al sicuro,
fuori dallo spreco di sentirsi importanti, 
fuori da ogni maniera, da ogni decorazione,
da ogni nascondiglio.
stare nel mondo perfettamente nudi,
stare nell'aria, sventolare il proprio respiro
sul cuore di chi sta morendo, mettere commozione
nei giorni in cui non accade niente
nelle cose inosservate
nelle ore incustodite.
l'uomo che sta morendo era arrivato a pagina quindici 
del mio libro
mi ha detto sua figlia. 
io non lo vedevo da tempo, ho fatto cose più facili 
in questi mesi, non ho trovato il tempo di essere attento
di portargli il libro.
bisogna passare il giorno solo a fare regali
dedicare a qualcuno un gesto
a un altro un respiro
dedicare un sorriso, un abbraccio,
non bisogna ammutolirsi nella propria strada
bisogna prendere altre strade, distrarsi,
fermarsi mentre si ama qualcuno per pensare a un morente
distrarsi mentre si mangia
per seguire il risveglio di un serpente
per immaginare il fervore dei rami
in questi giorni.
l'uomo che sta morendo
mi deve cambiare la vita, ogni giorno
qualcuno o qualcosa deve cambiarci la vita.
non può essere che stiamo facendo la cosa giusta,
bisogna andare da un'altra parte, 
spingersi dentro un'altra cosa e poi dentro un'altra ancora.
così resta vivo l'uomo che sta morendo
e restiamo vivi anche noi
e non finisce quello che sta per finire
e anche il nulla è un avvenire.

*** Franco ARMINIO, 1960, poeta, scrittore, paesologo, Canto per l'uomo che sta morendo, 'facebook', 3 aprile 2017, qui


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