Ai tanti smemorati che si rifiutano di ricordare i bombardamenti proibiti con i gas tossici, le decine di migliaia di vecchi, donne e bambini morti nei campi di concentramento della Sirte e della Cirenaica, la spaventosa carneficina di Addis Abeba, offriamo da rileggere almeno un telegramma a Badoglio del 28 dicembre ‘35: «Dati sistemi nemico autorizzo V.E. all’impiego anche su vasta scala di qualunque gas et dei lanciafiamme. Firmato: Mussolini».
E una pagina di Ali sul deserto dell’aviatore Vincenzo Biani del 1934: «Gli equipaggi, navigando a pochi metri da terra, poterono seguire le piste dei fuggiaschi e trovarono finalmente sotto di sé un formicolio di genti in fermento; uomini, donne, cammelli, greggi; con quella promiscuità tumultuante che si riscontra solo nelle masse sotto l’incubo di un cataclisma; una moltitudine che non aveva forma, come lo spavento e la disperazione di cui era preda; e su di essa piovve, con gettate di acciaio rovente, la punizione che meritava. Quando le bombe furono esaurite, gli aeroplani scesero più bassi per provare le mitragliatrici. Funzionavano benissimo (...) Nessuno voleva essere il primo ad andarsene, perché ognuno aveva preso gusto a quel gioco nuovo e divertentissimo»
*** Gian Antonio STELLA, giornalista e scrittore, Colonialismo, i conti che non si fanno, ‘Corriere della Sera’, 3 settembre 2008
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