«Pericle - racconta Plutarco - per evitare di stancare il popolo standogli continuamente davanti, si pre-sentava a lui ad intervalli, non parlava su ogni argomento, né partecipava a ogni adunanza. Come dice Critolao, egli si teneva di riserva per le grandi necessità, come la trireme sacra, la Salaminia» (un'imbar-cazione sacra, che gli ateniesi usavano solo in via eccezionale). Pericle dunque, molto saggiamente, non voleva inflazionare la sua immagine (Plut., Pericle, 7, 7). Il popolo di cui parla, che temeva di stancare, erano ovviamente i cittadini ateniesi riuniti nell'assemblea popolare (ekklesia), alla quale tutti avevano diritto di partecipare e di prendere la parola: un diritto, questo (la famosa parrhesia) che - ritenevano gli ateniesi - li distingueva da coloro che, vivendo in altre e diverse comunità, non erano dei cittadini, bensì dei sudditi.
Saggia decisione, quella di Pericle: un politico non dovrebbe mai inflazionare la sua immagine. Chissà come si sarebbe comportato oggi, quando - da questo punto di vista - alle riunioni dell'assemblea popolare possiamo paragonare i talk show. Quel che vien fatto di pensare, comunque, è che sono veramente pochi i politici odierni (e i loro spin doctors) che condividono l'opinione di Pericle.
*** Eva CANTARELLA, 1936, giurista e saggista, Pericle insegna: nessun politico deve inflazionare la propria immagine, rubrica ‘vanitas’, ‘Corriere della Sera’, 25 maggio 2013.
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