martedì 1 dicembre 2015

#RITAGLI / Terrorismo occidentale (Noam Chomsky)

Di solito vengono definite come terrorismo le azioni perpetrate dalla parte avversa alla nostra. Così, quando l’Is decapita qualcuno siamo tutti indignati. Ma lo siamo stati molto meno quando, l’anno scorso, Israele ha invaso e bombardato Gaza, e l’attacco è stato così massiccio e distruttivo che la gente riusciva a stento a trovare pezzi dei cadaveri dei propri cari, tra le macerie delle abitazioni. Quell’attacco fu perpetrato con la scusa del terrorismo di Hamas e con le armi fornite dagli Stati Uniti. E quindi, essendo stato fatto da un nostro alleato, non l’abbiamo considerato come un atto di terrorismo. (...)

[D: Secondo lei la radice di ogni male che ci affligge è in Occidente?]
No. Non tutto il terrorismo e non tutta la violenza sono prodotto occidentale e non tutto il male viene necessariamente dall’Occidente. Nel 1975, il governo indonesiano ha invaso Timor est e ha compiuto uno dei peggiori genocidi dei tempi moderni, e - anche se appoggiato dagli Stati Uniti - l’esecutivo di Giacarta non era l’espressione dell’Occidente. Però il terrorismo jihadista cui assistiamo oggi è conseguenza dell’aggressione americana contro l’Iraq.

[D: L’Occidente ha prodotto il colonialismo, l’imperialismo, ha sterminato intere popolazioni. Però è stato anche molto inclusivo. Basti pensare a scrittori come Salman Rushdie, Hanif Kureishi, Anita Desai: figli di questa “inclusione coloniale”. Senza di loro la letteratura sarebbe più povera...]
La storia è materia complessa e contraddittoria. Pensiamo all’illuminismo, al progresso di cui è stato il portatore, al suo insegnamento etico. Ma nello stesso tempo in America, Paese fondato da illuministi, esisteva la schiavitù. E la schiavitù fu la base dell’economia moderna.

[D: Lei, citando Orwell, parla spesso delle “non persone.” Chi sono oggi le non persone?]
I profughi, i migranti. Sono trattati, non sempre ma spesso, come non-umani, come dis-umani, non degni di compassione. E del resto, sovente, gli apparati gerarchici di potere e di controllo sociale trasformano le vittime in esseri umani di serie B. (...)

[D: Torniamo al libro “Terrorismo Occidentale”. Lei parla di Vaclav Havel, il defunto presidente della Repubblica ceca e dissidente celebre, come di un “cocco dell’Occidente”. Ma Havel era un eroe...]
Havel è stato una persona molta coraggiosa e perfino eroica che si batteva per i diritti suoi e dei suoi compagni di lotta. Ma aveva poca comprensione per coloro che da un’altra parte del mondo soffrivano di regimi ancora più oppressivi. Nel 1998 ha parlato a Washington davanti al Congresso: disse che gli Stati Uniti erano un baluardo della libertà. Forse lo erano davvero, ma non per tutti, visto che una settimana prima, nel Salvador, sei intellettuali dissidenti erano stati assassinati da un’unità d’élite armata dagli Usa il cui comando godeva del sostegno dell’ambasciata americana. Sarebbe inconcepibile che la controparte di Havel, ho in mente gli intellettuali latinoamericani, agisse come lui. (...)

[D: Lei pensa davvero che l’Urss nel passato e l’odierna Russia di Putin abbiano avuto ed abbiano oggi un ruolo positivo, in quanto antidoto all’America e difensore dei popoli vittime dell’Occidente?]
No. Qualche volta poteva succedere, ma per ragioni sbagliate, speculari alle ragioni per cui gli americani appoggiavano le vittime dell’aggressione sovietica o russa. L’Urss era un mostro totalitario. (...)

[D: Quali sono le fonti delle sue speranze?]
Il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. Gramsci.

*** Noam CHOMSKY, linguista, intellettuale e attivista statunitense, intervistato da Wlogek Goldkorn, Chomsky contro tutti, 'L'Espresso', 7 ottobre 2015

LINK, intervista integrale qui


In Mixtura 1 altro contributo dio Noam Chomsky qui

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