C’era un medico di nome Shirobei Akiyama che aveva passato tanti anni a studiare i metodi di combattimento con l’obiettivo di scoprire il segreto dell’invincibilità. Aveva praticato varie discipline e conosciuto i migliori maestri ma, nonostante i roboanti proclami, alla fine in ogni sistema a prevalere erano la forza o la qualità delle armi o espedienti ignobili. Questo significava che, per quanto uno studiasse le arti marziali esercitandosi accanitamente, per quanto fosse forte o preparato, avrebbe sempre potuto incontrare un avversario più forte o meglio armato o più scaltro che alla fine l’avrebbe sconfitto.
Un giorno d’inverno Akiyama era nella sua casa, seduto vicino a una finestra, mentre nevicava da ore. Guardava fuori, seguendo il corso dei suoi pensieri. Tutto il paesaggio era bianco, i prati, le rocce, le case. I rami dei ciliegi si spezzavano, sovraccarichi, e lo stesso succedeva anche alle querce. Era una nevicata mai vista. Lo sguardo del medico si spostò per il giardino fino allo stagno, attorniato da salici piangenti. La neve si posava anche sui salici, ma non appena cominciava ad accumularsi i rami si piegavano, facendola cadere a terra. I salici, a differenza degli altri alberi, non si spezzavano. Assistendo a quella scena, Akiyama si rese conto di essere giunto alla fine della sua ricerca. Il segreto del combattimento era nella non-resistenza. Chi è cedevole supera le prove; chi è duro, rigido, prima o poi viene sconfitto e spezzato. Prima o poi troverà qualcuno più forte. Il segreto era la cedevolezza. Jutsu vuol dire arte; ju vuol dire cedevolezza, flessibilità, gentilezza. Jujutsu significa: arte della cedevolezza.
*** Gianrico CAROFIGLIO, scrittore, 1961, già magistrato, scrittore, Della gentilezza e del coraggio, Feltrinelli, 2020
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