Il vento, quando passa sulle corde,
come catene sospese, risveglia
dei versi, dei rumori dissonanti.
Noi siamo antenne un poco singolari.
Come dita s’innalzano nel caos,
in cima ad esse echeggia l’infinito,
ma ben presto cadranno giú, spezzate.
Noi siamo sensazioni un po’ disperse
senza speranza di concentrazione.
Nei nostri nervi tutto si confonde.
Ci duole il corpo, duole la memoria.
Ci scacciano le cose, e la poesia
è il rifugio che sempre più invidiamo.
*** Kostas G. KARYOTAKIS, 1826- 1928, scrittore e poeta greco, Noi siamo cetre..., traduzione di Filippomaria Pontani, da L’ombra delle ore, Crocetti Editore, 2004, in 'poesiainrete'. 1 maggio 2020, qui
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