Ordinando l’uccisione del generale Suleimani, cioè di fatto il numero due dell’Iran, Trump segue uno schema classico: tentare di distruggere il fronte moderato e riformatore di Teheran schiacciando il paese degli ayatollah in una posizione ultra radicale, quella della vendetta e del nazionalismo violento. Escluso dal tavolo dei negoziati al quale lo aveva portato Obama e strozzato dalle sanzioni e dalla crisi economica interna, l’Iran è di nuovo fuori da ogni prospettiva di alleanza possibile. Il rischio di atti terroristici sale enormemente, mentre finora Teheran aveva giocato un ruolo fondamentale nella sconfitta dell’Isis, proprio grazie all’operazione negoziale portata avanti dal predecessore di Trump. Insomma, il presidente USA col suo gesto irresponsabile scatena una nuova fase del terrore nella speranza di rinsaldare il patriottismo americano e far dimenticare agli elettori Russiagate e impeachment. Di fronte a minacce o attentati potrà appellarsi al popolo americano chiedendogli una nuova delega presidenziale. Guarda caso, proprio in questo 2020.
Prima costruisci il nemico, poi scateni l’inferno. Infine ti offri al popolo come paladino della libertà e della democrazia. Qualcuno di voi ha già sentito questa storia?
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