martedì 25 dicembre 2018

#SENZA_TAGLI / Riconoscenza (Alessandro Gilioli)

Uno dei meccanismi più comuni della nostra mente da legni storti è ricordarci benissimo delle persone che nella vita ci hanno fatto male o danneggiato e ricordarci pochissimo di quelle persone che invece ci hanno in qualche modo aiutato o giovato.

È un meccanismo finalizzato a farci preservare l'autostima: ricordandoci di quelli che ci hanno danneggiato, attribuiamo a loro i nostri fallimenti; dimenticandoci di quelli che ci hanno giovato, attribuiamo a noi stessi i nostri successi.

Ora, il mio pensiero di Natale buonista è provare a invertire il meccanismo, almeno nella sua seconda parte. Provando a ricordarci una per una le persone che ci hanno aiutato o semplicemente giovato. Ma mica solo parenti di primo grado, eh: piuttosto maestre delle elementari o prof del liceo, amici, ex amici, colleghi, capi, conoscenti, sconosciuti etc

Fatelo, come esercizio a ritroso, è pure divertente.

A me viene in mente, chessò, la prof di italiano Portinaro al liceo che mi impedì di sbagliare facoltà, il docente universitario Scaparro che quando feci scena muta al suo esame mi mandò a fare una passeggiata per ricominciare un'ora dopo (mi sbloccai e presi 30 e lode), il mio primo direttore Minerbi che mi assunse a 23 anni, l'ignoto o ignota (ma un sospetto ce l'ho) che mi segnalò all'Espresso quando a 40 anni mi ritrovai disoccupato, etc etc et.

Più ci penso più ne trovo nella memoria di gente che mi ha giovato - a parte genitori e moglie è ovvio - dato che il culo conta assai più del "merito", nella vita e quelli che dicono "Mi sono fatto da solo" dicono quasi sempre una gran balla, e in generale sono degli irriconoscenti.

*** Alessandro GILIOLI, giornalista e saggista, facebook, 24 dicembre 2018, qui


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