Ieri sono andate via due persone poco dopo l’inizio della mia conferenza spettacolo su Platone. Erano indignate da un discorso che ho fatto e che farò sempre più spesso, visti gli effetti: la PROVA DEL WATER.
Ho detto: prendi Platone, prendi il tuo mito, prendi Gesù. Ora mettilo sulla tazza: riesci a vederlo mentre fa la cacca?
Riesci ad amarlo comunque, nonostante l’apparente bassezza del suo gesto? Se sì, allora è amore vero e non idealizzato. Se non ci riesci, stai perdendo un pezzo importante del tuo mito: l’umanità.
Perché quel che ha reso grandi i Platone e i Gesù è l’essere stati profondamente umani. Non sono superuomini irraggiungibili: sono umani esemplari. Ed è la distanza apparente che c’è tra la defecazione e il raggiungimento delle vette a spronarci a fare del nostro meglio: se i nostri miti sono troppo lontani, allora sono inutili. Se invece sono profondamente umani, allora diventano pura potenza per spronarci a essere altrettanto rivoluzionari.
Non sottovalutare l’immenso potere del water.
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