Questa era Palermo.
È un'immagine straziante. Il dolore di una moglie alla quale hanno ucciso sotto i propri occhi il marito. Un poliziotto che non si piegava ai boss e li combatteva al fianco del pool antimafia.
Lui era il vice questore Antonino Cassarà, un eroe. Per ucciderlo un commando di mafiosi armato fino ai denti lo ha atteso davanti la sua abitazione in viale Croce Rossa a Palermo il 6 agosto 1985 e lo ha colpito insieme all'agente Roberto Antiochia.
La moglie lo ha visto arrivare dalla finestra e quando stava per entrare nel palazzo si è aperto l'inferno scatenato dai sicari. Centinaia di colpi sparati. Le urla di aiuto della signora Cassarà non hanno attirato nessuno. Lei si è precipitata nelle scale andando in soccorso del suo uomo, bussando con forza alle porte dei vicini ma nessuno ha aperto. Quando è arrivata in fondo alle scale il vice questore colpito alle spalle era riuscito a trascinarsi fin su la prima rampa, e qui sua moglie lo ha trovato. Si è piegata in ginocchio su di lui, abbracciandolo, e qui è rimasta immobile a piangere il suo uomo. Il nostro eroe.
E così è stata trovata dai poliziotti che sono arrivati sul posto. E così la scientifica ha scattato questa immagine. Il dolore di una moglie, ma anche il nostro dolore di siciliani onesti. Ogni volta che guardiamo questa immagine che adesso la Questura di Palermo ha messo in mostra a Palazzo dei Normanni, dobbiamo tutti vergognarci e chiedere cosa hanno fatto la maggioranza dei siciliani per ripulire questa terra invasa dai mafiosi, dai collusi, dai corrotti, dai malfattori e predatori.
Guardatela questa immagine e pensate al male che non solo i mafiosi ma anche i loro complici hanno fatto a tutti noi.
Grazie Cassarà e Antiochia.
*** Lirio ABBATE, 1971, giornalista e saggista, facebook, 20 luglio 2018, qui
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