dita che hanno sentito
e nell'oscurità hanno visto.
Mani che portano nella loro memoria
carni già distrutte per dimenticanza
e nelle unghie
quel vago timore di barbarie.
Mani che passano dalla parola
alle labbra, nell'istante
in cui le dita scompigliano
inferni e gesti e vene.
Pelle complice o miscela di sangue
quando strofina il centro di una dolce colomba.
Mani che dicono anche addio.
*** María Mercedes CARRANZA, 1945-2003, giornalista e poetessa colombiana, Le mani amate, traduzione di Massimo Ferrario, in 'ocultalit.com', 19 dicembre 2017, qui
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In Mixtura ark #SguardiPoietici quiTesto originale (Los manos amadas)
Manos sabias:
dedos que han oído
y en la oscuridad han visto.
Manos que llevan en su memoria
carnes destruidas ya por el olvido
y en las uñas
ese vago temor a la barbarie.
Manos que van de palabra
a labio, a instante
en que los dedos desordenan
infiernos y gestos y venas.
Piel cómplice o mezcla de sangres
cuando roza el centro de suave paloma.
Manos que también dicen adiós.
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