Avere un nemico è una vera comodità. È strumentale a diversi disagi.
Intanto, lo si può accusare di tutto ciò che ci va storto. Ci possiamo sentire migliori di lui, più intelligenti, più illuminati. E se le cose vanno male, non è certo colpa nostra.
Possiamo odiarlo perché è così diverso da noi da avere sicuramente torto. Anche la situazione attuale del mondo è di certo colpa del nemico, non nostra. Il nemico ci dà la possibilità di compattarci fra noi, che la pensiamo in maniera simile, dandoci man forte a vicenda.
Tra l'altro, il nemico più comodo è quello senza volto: quando posso odiare "essi", è tutto più facile, più soddisfacente. Essi me li posso immaginare particolarmente brutti e cattivi, dato che la fantasia non ha limiti. E così, se essi sono bruttissimi e cattivissimi, io mi posso sentire ancora migliore.
Forse non ce ne rendiamo sempre conto, ma molte persone si sentirebbero sperdute, rimanendo senza un nemico. Insomma, è quasi una necessità che ci sia sempre un "essi" da odiare, con adamantina convinzione e tenacia.
*** Vera GHENO, sociolinguista, facebook, 28 aprile 2018, qui
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