I Greci sapevano dare un nome a questa frustrazione. Chiamavano Ἀμηχανία (Amechanìa) l’impotenza che paralizza ogni slancio verso la vita. Personificata, l’inazione era sorella e compagna di una delle più penose situazioni umane, la povertà: il suo nome era Πενία (Penìa). Miseria e insoddisfazione erano, nell’antica Grecia, il pericolo più grande per gli uomini perché li portava a sminuirsi, farsi piccoli anziché levarsi verso l’alto. Secondo i Greci, Amechanìa rendeva impossibile quello slancio concesso e reclamato a tutti coloro che sono al mondo: provare a essere eroi, ciascuno nella sua vita e con il suo metro. Nel frammento 364 il poeta Alceo scrisse: «Penia, la povertà, è una cosa grave, un male ingovernabile, e insieme alla sorella Amechanìa, l’impotenza, rende basso un grande popolo.»
*** Andrea MARCOLONGO, 1987, grecista, saggista, La misura eroica. Il mito degli Argonauti e il coraggio che spinge gli uomini ad amare, Mondadori, 2018
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