Diceva Adriano Olivetti che in un capitalismo umano ed equilibrato «nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minimo». Oggi ci sono amministratori delegati che guadagnano più di mille volte rispetto a un loro dipendente.
La spesa mensile in consumi delle famiglie benestanti in Italia è ormai più del doppio rispetto a quella delle famiglie più povere, dati Istat.
Il 10 per cento degli italiani possiede 2000 miliardi di euro in ricchezza mobiliare: conti in banca, azioni, titoli. Duemila miliardi di euro, pari a metà di tutto il patrimonio privato, pari a quasi tutto il debito pubblico.
E un eccesso di diseguglianze peggiora la vita di tutti; è dimostrato che quando le disuguaglianze sono troppe, aumenta la delinquenza e quindi diminuisce la sicurezza di tutti: rapine, omicidi e scippi crescano in misura direttamente proporzionale all'allargamento della forbice sociale, all'abisso crescente tra base e vertice della piramide
E l’Italia è uno dei paesi con maggiori disuguaglianze sociali in Occidente, insieme a Stati Uniti e Regno Unito, come ha detto proprio l’altro giorno l’economista premio Nobel Joseph Stiglitz.
Ecco, per vent’anni la sinistra in Italia si è dimenticata o quasi di parlare di tutto questo - e di fare qualcosa per invertire la tendenza. Non so se è colpa di Berlusconi - che ci ha costretto a parlare di lui - o se è colpa, chessò, di Blair e della sua "terza via", di D’Alema e dei suoi tatticismi di palazzo, di Renzi del suo vuoto nuovismo. Non lo so.
So però che in altri paesi del mondo - ultima, la Gran Bretagna - la sinistra esiste in tanto in quanto mette la questione della troppa disuguaglianza - dei "molti versus i pochi" - al centro del suo linguaggio e delle sue proposte.
*** Alessandro GILIOLI, giornalista e saggista, Cosa ci siamo dimenticati?, estratto, blog 'piovono rane', 6 giugno 2017, qui
David BALDINGER
disegnatore statunitense
In Mixtura altri contributi di Alessandro Gilioli qui
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