Per puro caso, un agricoltore trovò un uovo d’aquila su una collina, lo portò nel suo pollaio e lo depose presso le uova di una gallina. A tempo debito, l’aquilotto uscì dall’uovo assieme ai pulcini.
Man mano che cresceva, si comportava come un pulcino, essendo convinto di essere tale; chiocciava e svolazzava per brevi tratti. Come le galline si accontentava di nutrirsi di semi e insetti trovati raschiando il terreno.
Un giorno guardò verso il cielo e scorse la più straordinaria creatura che avesse mai visto.
«Cos’è?» chiese, sorpreso per la maestosità del volatile che si librava in ampi cerchi fra le nuvole.
«Quella», disse sottovoce un galletto con tono riverente, «è un’aquila, l’uccello più grande che esista.»
«Come mi piacerebbe fare altrettanto!»
«Lascia perdere», commentò il galletto. «Noi siamo diversi.»
Così l’aquilotto non ci pensò più e un anno dopo morì convinto di essere un pollo.
*** Walter ANDERSON, giornalista e saggista statunitense, da Corso di fiducia in se stessi, 1997, Corbaccio, Milano, 1998
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