Esattamente una settimana fa pubblicavo un articolo su una fotografia che stava rimbalzando qua e là sui social e, nella quale, si elencavano una serie di presunte “buone cose” fatte dal regime fascista in oltre vent'anni di governo. Un elenco esagerato, fatto non tanto di vizi ideologici, quanto di veri e propri svarioni storici, errori, falsi, travisamenti.
Ho avuto modo poi di appurare – cosa che mi avete segnalato in diversi – come la foto in questione fosse nata come uno scherzo, una presa in giro: una parodia delle convinzioni dei sostenitori (e dei nostalgici) del fascismo dei giorni nostri.
Ma la sostanza non cambia affatto. Perché, se pur nata come uno scherzo, chi ha iniziato a condividerla l'ha presa seriamente, molto seriamente, finendo per scatenare una pioggia virale di post e commenti inneggianti al fascismo, al ritorno del duce. Inneggianti, e senza intenti scherzosi, a quegli svarioni storici, a quegli errori, a quei falsi e a quei travisamenti di cui sopra. A loro, più che alla foto in sé, si rivolgeva – e si rivolge – il mio articolo.
Detto e chiarito questo, vorrei ricordare come l'intento del mio articolo fosse prima di tutto quello di spostare il dibattito sui fatti – e sulla loro effettiva oggettività storica – piuttosto che sulle ideologie. Per questo ho insistentemente riportato le fonti delle mie affermazioni e, altrettanto insistentemente, ho chiesto a chi volesse smentirmi di portare a sua volta fonti attendibili.
Ma invece delle fonti (che non sono arrivate, da nessuna parte) e del dibattito sui fatti, in molti, moltissimi mi hanno risposto, tanto in pubblico quanto in privato: e Stalin? E il comunismo allora? Quando scrivi dei crimini comunisti?
Verrebbe da dire semplicemente: che cosa c'entra? Cosa c'entra questa logica da tifoserie (se parli male della Lazio sei per forza romanista) in un dibattito storico?
Comunque, nonostante avessi già scritto chiaramente come ritenessi tutte le dittature sbagliate e disumane a prescindere, sono ottuso e insisto.
E rispondo:
Stalin, per tutti voi che me lo avete chiesto, è a mio avviso (ma non c'è bisogno del mio avviso, ci sono le fonti storiche a dimostrarlo) uno dei più spietati e feroci dittatori del '900.
Responsabile anzitutto di una sistematica epurazione interna al suo stesso partito, una volta assunti pieni poteri nell'allora governo dell'Unione Sovietica, mise in piedi un regime totalitario basato sul culto della personalità e sulla repressione del dissenso. Attraverso un ferreo programma di piani quinquennali trasformò la Russia da paese essenzialmente agricolo nella seconda potenza industriale del mondo. Tutto questo al prezzo della violenza sistematica, dell'eliminazione fisica di qualunque voce di dissenso in ogni campo (politico, scientifico, letterario, militare), della persecuzione di qualsiasi minoranza etnica, dello stakanovismo, della deportazione forzata nei terribili gulag, campi di detenzione dove trovarono la morte un numero incalcolabile di esseri umani. Il particolare andamento della Seconda Guerra Mondiale fece sì che Stalin si ritrovasse non propriamente e tecnicamente alleato, ma in un'azione combinata – e in funzione antitedesca – con gli angloamericani. Questo finì per offuscare e oscurare non tanto le atrocità staliniste in patria, quanto alcune oggettive responsabilità di Stalin nell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, in particolar modo lo smembramento e l'annientamento della Polonia che fu deciso a tavolino da un'intesa russo-tedesca (il cosiddetto patto Ribbentrop-Molotov). Il suo ruolo nella guerra, il potersi presentare come liberatore dal nazismo, l'essere il leader della nazione con il maggior numero di vittime e, non da ultimo, la logica della guerra fredda e l'impenetrabilità della cortina di ferro (la maggior parte dei dati reali circa le violenze di Stalin e in generale dei regimi comunisti dell'est è stato possibile conoscerli solo dopo il 1989), fecero il resto: non solo equivocarono, ma portarono la sua figura a essere simbolo e punto riferimento (almeno fino ai primi anni sessanta) per molti comunisti occidentali, tacendo dei crimini di cui sopra o per ingenuità e ignoranza o per calcolo interessato.
Scritta e appurata la natura violenta, disumana e feroce del regime di Stalin e dei regimi comunisti in genere, cosa cambia nel giudizio sul fascismo? L'esistenza dei gulag rende le violenze fasciste qualcosa di positivo? Parlare di Stalin rende forse accettabili le assurde menzogne scritte (e poi sostenute in centinaia di condivisioni entusiaste) in quella famosa foto?
Per me si può parlare quanto volete di Stalin, Mao, la Corea del Nord (che poi tra l'altro se andate a spulciare nei miei archivi ne trovate parecchi, di scritti che affrontano tali questioni), ma sinceramente non credo vi interessi poi tanto. Credo al contrario che l'importante per molti di voi sia denunciare le violenze di queste dittature in maniera astratta per sostenere, viceversa e in maniera altrettanto astratta, le ragioni di altre dittature, in questo caso il fascismo.
Davvero per me si può parlare quanto volete di Stalin, Mao e via dicendo, ma credo vi dobbiate rassegnare al fatto che si parlerà sempre di più del fascismo, e che i discorsi sul fascismo avranno sempre più spazio e importanza. E in questo non c'entrano nulla cifre e statistiche, chi ha ammazzato di più e chi di meno, chi ha fatto più o meno danni.
Il fatto è che, semplicemente, in Italia c'è stato il fascismo e non il comunismo, al governo c'è stato Mussolini e non Stalin. E a occupare l'Italia è stata la Germania nazista di Hitler. Ovvio che, in Italia, nella storia italiana, occupino più spazio e rilevanza le questioni che interessano direttamente la nostra terra.
Ma questo penso siate in grado di capirlo abbastanza facilmente: non siete voi, voi fascisti e nostalgici del ventennio, a dire, sempre e comunque, che prima vengono l'Italia e gli italiani?
E infine, non da ultimo, torna sempre e comunque la domanda originaria: le fonti?
Chiudo, sempre a proposito di cose sgradevoli, segnalando alcuni messaggi e commenti molto “simpatici” che mi sono arrivati in relazione alla pubblicazione dell'articolo di domenica scorsa.
Si parte dal soft di chi mi ricorda che anche io, come la foto su cui ho scritto, posso essere sgradevole; si prosegue con alcune richieste, con toni che variano dall'argomentativo alla minaccia vera e propria, di RIMUOVERE IMMEDIATAMENTE foto e articolo; si finisce con insulti veri e propri di vario genere, dal classico “comunista di merda”, al fantasioso “zecca e frocio, fatti inculare a sangue da Travaglio”, fino al capolavoro “sì, vorrei che tornasse il fascismo... soprattutto per massacrare di botte e far smettere di respirare i finocchi come te”.
Li segnalo mica perché mi sento minacciato. Ma giusto così, per ricordare che l'intelligenza sì, quella è minacciata continuamente ed è bene non darla mai per scontata.
Bene al contrario ricordarne ogni giorno l'importanza.
E ogni giorno, fare qualcosa per difenderla.
Grazie a tutti.
*** Riccardo LESTINI, scrittore, regista insegnante, Da Mussolini a Stalin passando per Hitler, 'facebook', 12 giugno 2016, qui
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