sabato 11 giugno 2016

#FAVOLE & RACCONTI / Sempre panini (M. Ferrario)

Mezzogiorno. 
Sole a picco. 
Finalmente la pausa pranzo. 
I due muratori scendono dall'impalcatura e si siedono vicini. 
Si conoscono dall'inizio della settimana: non sono di molte parole, ma sembrano intendersi. 
Una vecchia quercia offre un'ombra che ristora. 
Spira anche un leggero venticello che asciuga il sudore. 

Entrambi recuperano dagli zainetti i sacchetti che si sono portati da casa.
Subito si scolano a canna due bottiglie di minerale, poi si passano le maniche della camicia sulla bocca ancora bagnata: ora che la gola non è più secca, anche il mondo appare più buono.
E appetitoso.

Uno dei due è particolarmente curioso. 
«Vediamo cosa mi ha preparato, stavolta», sospira, pregustandosi la sorpresa.
È sposato da pochi mesi e si vede che è ancora in luna di miele. 
Mentre pensa con tenerezza alla moglie che ogni mattina all'alba si affaccenda in cucina per confezionargli il pranzo, ha l'acquolina in bocca. 
Mette con delicatezza le mani nel sacchetto ed estrae due piatti, avvolti con cura, e un frutto.
Non si trattiene: 
«Fantastico. Tagliatelle al ragù, bistecca con patatine fritte e una banana gigante. Senza contare le fette di pane fatto in casa, proprio come mi preparava sempre la mamma». 
Gongola.
Guarda l'amico in faccia e aggiunge raggiante: 
«Davvero non posso lamentarmi di quella donna...». 

Il secondo muratore sembra essere meno curioso. 
«E tu? Fammi vedere cosa hai dentro...». 
L'uomo apre anche lui con attenzione il sacchetto.
Scruta l'interno: due grandi tovaglioli di carta nascondono due panini. 
Senza svolgerli tutti, occhieggia il contenuto: sono grandi, ripieni di verdure e salse, sembrano appetitosi. 
«Oh no, ancora...!», impreca. 
Il primo muratore lo guarda con aria interrogativa. 
«Che c'è?, non ti piace quel che c'è dentro?»
«Sì, ma sempre panini. E sempre prosciutto e formaggio. Non ne posso più. Ogni giorno della settimana le stesse cose. Un po' di fantasia, che diamine!»

Il primo muratore sta terminando il piatto di tagliatelle ed è pronto a fare scarpetta con il ragù rimasto sul fondo. 
Sorride. 
«Forse dovresti dirglielo». 

Qualche attimo di silenzio. 
Poi il secondo muratore sbotta:
«Dirglielo? A chi?»
«Be' a tua moglie, mi pare. Immagino che se sa che sei stufo di panini, ti saprà preparare qualcos'altro. Tante volte è semplice: basta parlarsi». 

Ancora silenzio. 
Il secondo muratore sta addentando di malavoglia il panino al prosciutto. 
Il primo muratore ha il dubbio di essere stato invadente. 
«Forse mi sono impicciato di cose che non mi riguardano. Ti chiedo scusa». 

L'altro lascia trascorrere qualche secondo prima di rispondere. 
«Ma no, figurati. È che...»
Il primo muratore non osa dire più nulla: si limita a guardarlo in faccia. 
L'uomo completa il suo pensiero. 
«Sì, è che io non sono sposato. Vivo da solo. E sono sempre io che ogni mattina mi preparo il sacchetto per il mezzogiorno». 

*** Massimo Ferrario, Sempre panini, 2016, per Mixtura. Riscrittura libera di un breve racconto dal titolo Ancora prosciutto, pubblicato in Margaret Parkin, Racconti per il Coaching, 2001, traduzione di Giovanni Gladis Ubbiali, Etas, 2005. 


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