Non si tratta di un puro esercizio accademico o di autoritarismo linguistico, ma di impegno civile: intendiamo smascherare solo i forestierismi incipienti – ossia in fase di entrata nella lingua, non ancora di uso diffuso e comune – ritenuti di dubbia utilità e trasparenza, suggerendo ai media e alle organizzazioni una serie di alternative di facile comprensione al largo pubblico.
Abbiamo recentemente invitato gli operatori finanziari e gli organi di informazione a evitare, nell’uso e nelle comunicazioni con il largo pubblico, l’espressione tecnica inglese bail in, la quale può essere sostituita da salvataggio interno.
Il salvataggio interno di una banca in difficoltà comporta l’uso forzoso di risorse dei clienti della stessa banca, diversamente dal salvataggio esterno, in inglese bail out, praticato in precedenza.
Gli istituti bancari (come era loro obbligo) hanno inviato ai correntisti spiegazioni della novità, che riguarda direttamente chi ha investito o depositato il proprio denaro. In molti casi però, come abbiamo potuto verificare, le spiegazioni erano esageratamente lunghe, oscure e verbose: il termine inglese era in bell’evidenza in questi comunicati, mentre la traduzione italiana, se c’era, risultava difficile da individuare, benché sicuramente necessaria per comprendere davvero la sostanza dell’avviso.
Il nostro gruppo non ha un approccio anacronistico e non ha alcuna intenzione di tentare di agire su parole innocue e già di uso corrente, come quelle menzionate, seppur discutibili dal punto di vista linguistico. Noi desideriamo proporre delle alterative prima che sia troppo tardi, quindi nella fase di entrata nella lingua, ed esclusivamente nel caso di parole di impatto pubblico.
Siamo appena intervenuti sulla stepchild adoption, per esempio. (...) Stepchild adoption è un anglismo assolutamente improponibile: non è espressione immediata e trasparente di un concetto e oltretutto richiede una certa perizia nell’uso dell’inglese, tanto è vero che anche in Parlamento più di un senatore ha mostrato qualche impaccio di pronuncia.
Incipit non è contrario alla perifrasi adozione del figlio del partner. L’accettazione di partner, anzi, ci aiuta a sgombrare la strada dalle obiezioni di coloro che erroneamente attribuiscono a xenofobia le nostre caute raccomandazioni. Tuttavia, in questo caso la nostra ambizione è maggiore: il prof. Sabatini ha lanciato la proposta di tradurre stepchild con un neologismo tutto italiano: configlio. Esso è modellato in analogia ad altri gradi di parentela acquisiti da tempo, come compare, consuocera, ecc. Questa parola dal significato chiaro, analoga a parole di alto uso nell’indicare parentele, già sta incontrando un certo favore (anche perché la traduzione letterale di stepchild in figliastro non si adatta certo ai tempi nostri e alle nostre leggi).
*** Claudio GIOVANARDI, docente di storia della lingua italiana presso l'università di Roma 3, membro del gruppo Incipit dell'Accademia della Crusca, intervistato da Laura Poggio, Trasparenza e semplicità: la Crusca smaschera i forestierismi, 'dotwords', 18 febbraio 2016, qui
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