«Quando hai smesso di credere in Dio» continuò Will, «hai smesso di credere al bene e al male?»
«No. Ma ho smesso di credere che ci fossero una forza del bene e una forza del male fuori di noi. E sono giunta alla convinzione che bene e male sono nomi per ciò che fanno le persone, non per quello che sono. La sola cosa che possiamo dire è che questa è una buona azione perché aiuta qualcuno, o che quest'altra è cattiva perché fa male a qualcuno. Le persone sono troppo complesse perché le si possa etichettare».
*** Philip PULLMAN, 1946, scrittore britannico, Il cannoccchiale d'ambra, 2000, Salani, 2020, citato da Loredana Lipperini, qui
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