Se i primi giorni di settembre li passi alternando momenti di “Non vedo l’ora che si ricominci!” ad altri in cui ti chiudi in bagno seduto con la testa tra le gambe sperando di smaterializzarti fino a giugno,
Sì, sei un insegnante.
Se il tuo viso passa in pochissimi giorni dalla modalità estiva “disteso-e-rilassato” a quella settembrina “Joker-di-Joaquin-Phoenix”,
Sì, sei un insegnante.
Se quando inizia la scuola non puoi fare un sonnellino che subito i sogni vengono infestati dalle voci urlanti dei tuoi studenti,
Sì, sei un insegnante.
Se hai sempre con te una borsa incasinatissima e pesantissima piena di penne matite pennarelli case libri auto fogli di giornale,
Sì, sei un insegnante.
Se una parte consistente del tuo budget familiare se ne va nel devolvere in beneficenza ai tuoi studenti parte del contenuto di quella borsa, penne matite pennarelli gomme quaderni libri,
Sì, sei un insegnante.
Se uno dei motivi per cui amare settembre è, per te, perché almeno adesso diminuiscono le volte in cui senti la frase “Eh, beati voi che fate tre mesi di vacanza!”,
Sì, sei un insegnante.
Se le tue giornate si dividono in “orario di lavoro” e in “orario di lavoro anche se non sembra” perché qualunque cosa tu faccia, libro legga, film veda, la tua testa è sempre là,
Sì, sei un insegnante.
Se soffri di quel particolare disagio mentale per cui venticinque ragazzi urlanti e/o polemici e/o insofferenti e/o amanti dello studio come Sgarbi della camomilla, dicevo venticinque ragazzi che il resto del mondo dopo tre minuti con loro fuggirebbe a gambe levate, a te già a giugno mancano come Romeo a Giulietta nei giorni dell’esilio a Mantova,
Sì, sei un insegnante.
Se non hai idea di cosa farai il primo giorno e per questo sei già in panico, o se ce l’hai ben chiara, o se ce l’hai ancora più chiara ma tanto poi accadrà qualcosa che ti farà fare tutt’altro,
Sì, sei un insegnante.
Se su quella cattedra ci sei finito perché lo sognavi da piccolo, o se ci sei arrivato per caso e ora non faresti a cambio con niente al mondo, o se ancora non ci sei finito perché al massimo due giorni qua e tre là e intanto sogni il giorno in cui ci finirai,
Sì, sei un insegnante.
Se nonostante tutti i “posso andare in bagno?” proprio al culmine della tua lezione più bella, nonostante le tonnellate di scartoffie che sembrano fatte apposta per tenerti lontano dai ragazzi, nonostante certi momenti da brivido con alcuni genitori, nonostante tutto, in fondo in fondo non vedi l’ora di tornare in mezzo a quei piccoli mascalzoni e far brillare i loro occhi,
Sì, ora e sempre, sarai un insegnante.
*** Enrico GALIANO, insegnante e scrittore, facebook, 6 settembre 2019, qui
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