Si è diffusa l’idea che il politicamente corretto sia una coperta d’ipocrisia che serve a nascondere ciò che tutti pensano. “Il politicamente corretto mi impedisce di insultare questa persona per il suo aspetto fisico”, “il politicamente corretto mi impedisce di dire che questa persona è inferiore a me perché non segue la mia stessa religione”, “per colpa del politicamente corretto non posso dire che noi occidentali siamo superiori a tutti gli altri”. Quest’idea si basa sul fatto che chi non giudica le persone per le loro caratteristiche, non fomenta l’odio e non usa parole aggressive stia in realtà fingendo. No, non è finzione e non è ipocrisia. È attenzione, è rispetto di tutte e di tutti. Nel politicamente scorretto, invece, c’è il desiderio di ferire, fare male, distruggere al solo scopo di sentirsi più forti degli altri, far sentire gli altri sbagliati e inadeguati. L’ipocrisia è qui: nel considerare normale un modo di pensare e di parlare di cui bisognerebbe davvero vergognarsi.
*** Maura GANCITANO, filosofa, direttore editoriale di Tlon, facebook, 17 marzo 2019, qui
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