dove la primavera
arriva e se ne va
senza trovare un albero
da rinverdire,
un ramo da far fiorire
di rosa o di lillà.
Per quelle strade murate
come prigioni
la poveretta s'aggira
con le migliori intenzioni:
appende un po' di verde
ai fili del tram, ai lampioni,
sparge dei fiori
davanti ai portoni
(e dopo un momentino
se li prende un netturbino...).
Altro da fare
non le rimane,
per settimane e settimane,
che dirigere il traffico
delle rondini, in alto,
dove la gente
non le vede e non le sente
Di verde in quella città
(dirvi il suo nome non posso)
ci sono soltanto i semafori
quando non segnano rosso.
*** Gianni RODARI, 1920-1980, scrittore, pedagogista, giornalista e poeta, Primavera, da Filastrocche lunghe e corte, Einaudi, 2010
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