martedì 24 giugno,
di assassinare alcune parole
Amicizia è condannata
al rogo, per eresia;
la forca spetta
ad Amore perché illeggibile;
non sarebbe male il vile randello,
per apostasia, per Solidarietà;
la ghigliottina come un lampo,
deve fulminare Fratellanza;
Libertà morirà
lentamente e con dolore;
la tortura è il suo destino;
Uguaglianza merita la forca
per essersi prostituita
nel peggior bordello;
Speranza è già morta;
Fede soffrirà la camera a gas;
il supplizio di Tantalo, perché disumana,
se lo prende la parola Dio.
Fucilerò senza pietà Civiltà
per la sua barbarie;
berrà la cicuta Felicità.
Resta la parola Io. Per essa,
per la tristezza, per la sua atroce solitudine,
decreto la peggiore delle pene:
vivrà con me fino
alla fine.
*** María Mercedes CARRANZA, 1945-2003, giornalista e poetessa colombiana, Parole superflue, in blog ‘Poesia e altro’, 29 settembre 2012, qui
Anche in 'losguardopoIetico', n. 163, 22 settembre 2013, documento a circolazione riservata
In Mixtura i contributi di María Mercedes Carranza qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
Testo originale (Sobran las palabras)
Por traidoras decidí hoy,
martes 24 de junio,
asesinar algunas palabras.
Amistad queda condenada
a la hoguera, por hereje;
la horca conviene
a Amor por ilegible;
no estaría mal el garrote vil,
por apóstata, para Solidaridad;
la guillotina como el rayo,
debe fulminar a Fraternidad;
Libertad morirá
lentamente y con dolor;
la tortura es su destino;
Igualdad merece la horca
por ser prostituta
del peor burdel;
Esperanza ha muerto ya;
Fe padecerá la cámara de gas;
el suplicio de Tántalo, por inhumana,
se lo dejo a la palabra Dios.
Fusilaré sin piedad a Civilización
por su barbarie;
cicuta beberá Felicidad.
Queda la palabra Yo. Para esa,
por triste, por su atroz soledad,
decreto la peor de las penas:
vivirá conmigo hasta
el final.
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