come qualcosa di ormai annunciato;
Le gemme recenti si allentano e si diffondono
Il loro diventar verdi è una sorta di dolore.
E' che loro sono rinati
e noi invecchiamo? No, anche loro muoiono.
Il loro trucco di ogni anno di sembrare nuovi
è scritto negli anelli della venatura del tronco.
Eppure ancora come castelli si dibattono senza sosta
in tutto il loro spessore compiuto a ogni maggio
L'anno passato è morto, sembrano dire.
Ricomincia di nuovo, di nuovo, di nuovo.
*** Philip LARKIN, 1922-1985, scrittore, poeta, critico britannico, Gli alberi (The Trees), traduzione di Massimo Ferrario, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Philip_Larkin
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Testo originale (The Trees)
The trees are coming into leaf
Like something almost being said;
The recent buds relax and spread,
Their greenness is a kind of grief.
Is it that they are born again
And we grow old? No, they die too.
Their yearly trick of looking new
is written down in the rings of grain.
Yet still the unresting castles thresh
In fullgrown tickness every May.
Last year is dead, they seem to say,
Begin afresh, afresh, afresh.
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