giovedì 8 marzo 2018

#SPILLI / M5S, o rivoluzione o democrazia (M. Ferrario)

Ho sempre pensato che per fare contare lo 'scontato' dovremmo togliergli la 'esse'. 
Così non lo daremmo per ovvio e tornerebbe a farci riflettere. Forse ci aiuterebbe persino ad agire in modo conseguente.
E' quello che mi propongo di fare in queste righe: banali. Molto banali. Eppure...
* * *
Se arrivi primo alle Olimpiadi, hai vinto e ti conquisti la medaglia. Se arrivi primo alle elezioni politiche sei solo arrivato primo: non ti conquisti il governo. Ti conquisti il governo se hai la maggioranza.
La democrazia non è una gara. E' governo del popolo. Della maggioranza.
Se vuoi fare tutto da solo, fai la rivoluzione. 
Se vuoi agire in un modello democratico, devi fare Politica: oltre che avere una visione e dei contenuti con cui migliorare l'azione sulla realtà, devi argomentare, persuadere, mediare, trovare alleanze.

Se vuoi fare a meno degli altri e trasformi tutti gli altri in nemici, poi non puoi chiedere il loro aiuto per fare la rivoluzione in modi democratici. La rivoluzione, per quanto possa avere obiettivi e programmi 'a favore del popolo' (e la storia insegna quanto il popolo sia strumentalizzabile da chi dice di muoversi nel suo interesse), si pone al di fuori delle forme e delle regole  democratiche.

E' ovviamente una scelta possibile, talvolta magari anche necessaria, fare la rivoluzione. Ma si deve essere coerenti. E sapere che non si può fare la rivoluzione volendo contemporaneamente (e comodamente) stare all'interno di un sistema democratico. In democrazia anche il cambiamento più radicale ha bisogno di consenso. In politica, di un governo che goda della maggioranza.

Si tratta di una logica ineluttabile. 
Si può ignorare, ma poi i nodi vengono al pettine. Si vince, ma la vittoria non serve a nulla. Se non a dire che si ha vinto e 'non ci fanno governare': una protesta che può portare acqua alle decisione di preparare la rivoluzione, se è questa la strada che si vuole percorrere in futuro. Oppure, se si insiste nello stare dentro la forma e la sostanza di una sistema democratico, una protesta che può spingere a far votare per noi, nelle prossime elezioni, più gente di quanta oggi ci ha votato, fino a farci raggiungere l'obiettivo (peraltro difficilissimo e alquanto pericoloso) della maggioranza assoluta. 
Ma, se stiamo all'oggi, con i risultati delle elezioni attuali, la protesta perché non fanno governare chi ha vinto è del tutto sterile: gonfia il petto a chi dice che 'siamo il pilastro' o che 'tutti devono passare da noi', ma ha scarsa forza invitante presso chi dovrebbe prestare aiuto quando, fino a pochi giorni fa, si è partecipato con godimento e violenza al gioco dell'insulto quotidiano (reciproco, è vero: ma questo non toglie asprezza alla trasformazione, operata da tutti, dell'avversario in nemico; e un nemico non si converte in alleato dall'oggi al domani).

Il M5S deve decidere. 
O fa la rivoluzione, se ha la forza e il seguito per farla e, prima ancora, se ha la lucida consapevolezza di cosa significhi in termini di (sanguinose) conseguenze. O si misura 'con' gli altri (e non solo 'contro') in una logica di regime parlamentare costituzionale democratico. 

In questo secondo (augurabile) caso, ha due opzioni: mirare a ottenere la maggioranza assoluta (con il rischio che questo comporta quando si ha da soli 'tutta' la maggioranza), oppure iniziare a prendere in considerazione la strada delle alleanze, senza far coincidere automaticamente il concetto di alleanza con quello di cosa di per sé corrotta e spregevole. 

Con questa seconda possibile scelta (mediazione, negoziazione, alleanze), il M5S otterrebbe anche il risultato di uscire definitivamente dalla fase della 'controdipendenza adolescenziale' e potrebbe cominciare a sperimentare che l'adultità non è sempre così 'brutta, sporca e cattiva' come molti adulti purtroppo la rendono con le loro azioni quotidiane, pubbliche e private.
Quanto meno potrebbe dimostrare con i fatti (princìpi, valori, comportamenti e applicazione rigorosa di regole che puniscano le deviazioni della 'natura umana': geneticamente mai tutta 'buona e onesta', ma intrisa di grigio e non solo o bianca o nera) che esistono (possono esistere) adulti (tanti) che cercano di essere adulti 'diversi' dai troppi in circolazione. 

Sarebbe già questa una vera rivoluzione.

*** Massimo Ferrario, M5S, o rivoluzione o democrazia, per Mixtura


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