e spogliati di genti e luoghi. Strappa
la vecchia pelle indurita e bruciala nel fuoco
per liberarti dalla furia della fame e della paura.
Vai verso te stesso, qualunque terra tu scelga, e
lava l’impurità attaccata alle ossa. Espelli
e strappa tutto quello che si è unito a te – e non era tuo.
Vai verso te stesso, qualunque terra tu scelga,
raccogli pezzi e detriti tra le macerie
e scala il versante della montagna, qualunque terra tu scelga,
ed entra nel silenzio spesso come una mummia viva.
Un giorno sentirai alcuni colpetti dentro di te.
Un germoglio di vita spunterà ostinato dal seme
congelato sotto i tuoi strati.
*** Yehezkel RAHAMIM, 1971, poeta, scrittore israeliano, Verso me stesso, segnalato in 'il canto delle sirene', 2 marzo 2018, qui
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