venerdì 9 marzo 2018

#SENZA_TAGLI / Esperti, non seguirli pedissequamente (Bino AG Nanni)

Il modo migliore di gestire i rapporti umani più importanti non è seguire pedissequamente le regole dettate dagli “esperti”: ciò che conta è quel che, in ciascuno, suggerisce la sua sensibilità. Certamente la cultura, o anche il parere di un esperto affidabile, aiutano a meglio interpretare quel che si sente, ma la conferma (o la smentita) di tale interpretazione ognuno la deve trovare in se stesso, in base a come vive la sua esperienza. 
Mi è capitato più d’una volta di curare madri insicure e con bassa autostima. Non sapevano bene come svolgere il proprio ruolo di genitrici; non fidandosi di se stesse, tendevano a prendere per oro colato la “scienza”, oppure ricorrevano all’imitazione “scimmiesca” di altre madri. Queste donne non avevano vissuto in modo soddisfacente la relazione con le loro madri e, perciò, non si era creata in loro un’identificazione affidabile con la figura materna: erano come bambine alle prese con un “gioco” a loro estraneo e troppo complicato. Il più delle volte, queste persone sono ingiuste sia verso le loro genitrici, sia verso se stesse: qualcosa di positivo, in realtà, si è creato nel rapporto con le madri, ma è qualcosa di svalutato, d’insicuro. La loro sensibilità suggerirebbe la strada giusta con i figli, ma le loro sensazioni non vengono neppure prese in considerazione. Il modo peggiore di trattare queste mamme è indottrinarle: ne riceverebbero soltanto la conferma di non avere alcuna competenza come genitrici, e di doversi necessariamente affidare a chi “ne sa più di loro”. Ciò di cui hanno bisogno è un aiuto ad avere un migliore rapporto con la propria sensibilità e con se stesse. 
Attenzione, il problema è di grande importanza: non riguarda soltanto i genitori, ma chiunque svolga una funzione “in loco parentis”: terapeuti e insegnanti principalmente. Inoltre, attenzione va prestata ad una tendenza del tutto negativa dell’attuale cultura: quella di “calare dall’alto” un sapere presentato come “certo” e “corretto”, svalutando completamente ciò che l’individuo può pensare e sentire spontaneamente. Se vogliamo che i rapporti umani si mantengano fecondi e vitali, tale tendenza va contrastata con la massima energia.

*** Bino AG NANNI, psichiatra, facebook, 7 marzo 2018, qui


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