Il bisogno, l'incertezza dell'avvenire, la malleabilità delle leggi e de' tribunali, a seconda de' casi e delle persone; gli arbitrî, le prepotenze distruggono l'indipendenza, la dignità de' caratteri. Il servilismo, la duplicità divengono un istrumento del saper vivere; ed il vivere alla giornata e di transazioni, diventa la trista e inevitabile condanna di una parte così numerosa e rispettabile della popolazione, sulla quale pesano quasi egualmente le due classi privilegiate, il clero e l'aristocrazia.
*** Massimo D'AZEGLIO, patriota, politico, scrittore, pittore, 1798-1866, I miei ricordi, 1867 (postumo)
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