lunedì 11 luglio 2016

#LIBRI PREZIOSI / Perché no, di Marco Travaglio e Silvia Truzzi (recensione di M. Ferrario)

Marco Travaglio e Silvia Truzzi, "Perché NO.
Tutto quello che bisogna sapere sul referendum d'autunno 
contro la schiforma Boschi-Verdini"
Il Fatto-Paperfirst, 2016
pagine 204, € 10,50 euro

Schierato, ma chiaro e utile a capire
E' un libro nettamente schierato, ma non fazioso: perché riesce, con il massimo di oggettività possibile per chi ha una posizione chiara, argomentata e anche appassionata su un argomento (in questo caso la riforma costituzionale oggetto del referendum, la cui data non è stata ancora decisa, ma che dovrebbe collocarsi a ottobre-novembre 2016), a fornire un contributo essenziale a chi voglia capire le visioni in campo e quindi a decidere con competenza tra il 'Sì' e il 'No'.

Gli autori sono noti: Marco Travaglio dirige 'Il Fatto Quotidiano' e compone dalla fondazione i suoi editoriali giornalieri che non fanno sconti a nessuno; Silvia Truzzi scrive da anni sullo stesso giornale articoli di cultura e di politica, dimostrando penna incisiva e intelligenza critica anche nelle sue prime prove di saggistica ('Un paese ci vuole. Sedici gradi italiani si raccontano', Longanesi, 2015).

Qui, realizzando una integrazione a quattro mani sicuramente felice, a giudicare dai risultati, hanno predisposto un ampio apparato informativo a 360 gradi, tra l'altro ricco di citazioni storiche, sulla natura e sulla genesi della nuova legge costituzionale e aperto a riferimenti essenziali alla Costituzione del 1948. 
Linguaggio semplice, meno tecnicismi possibili, argomenti spiegati con cura e in profondità. 
Anche la posizione di chi ha disegnato la legge e oggi promuove il voto referendario a favore del 'sì' è riportata con attenzione: e si evidenzia, ovviamente, che la 'logica' è in entrambi i campi. Solo che si tratta di due logiche differenti, che supportano 'filosofie' e pratiche opposte, e gli autori, senza nascondimenti e con ironia sferzante (basti rileggere il sottotitolo del volume, in cui si parla di 'schiforma Boschi-Verdini'), optano con forza perché il referendum bocci la legge, bene rimarcando così che si tratta di un saggio non da accademia, ma 'da combattimento'. 

Ognuno, leggendo, anche senza essere esperto di diritto, capisce le diversità di visione ed è in grado di scegliere. Certo, la ben nota provenienza 'ideologica' dei due autori favorisce una chiara ed evidente autoselezione: chi acquista il volume ha probabilmente già scelto in cuor suo il 'no' e va a caccia di supporti per ulteriormente convincersene. Al termine delle circa duecento pagine ne avrà il carniere più che pieno e ricaverà il vantaggio di aggiungere lucidità e profondità al suo vuoto, dando compimento a quella famosa espressione di Luigi Einaudi, mai come oggi appropriata e negletta, sintetizzata nel 'conoscere per deliberare'.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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Quando la crisi è iniziata, era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci avessero natura prettamente economica (...). Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sintomi politici dei paesi del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie ài caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area Europea». Ancora: «I sistemi politici del Sud sono nati in seguito alle dittature e sono rimasti segnati da quella esperienza. Tendono a mostrare una forte influenza socialista, che riflette la forza politica che i partiti di sinistra hanno guadagnato dopo la sconfitta del fascismo, i sistemi politici nell'Europa meridionale hanno di solito le seguenti caratteristiche: leadership debole, stati centrai! deboli rispetto alle regioni, la tutela costituzionale dei lavoratori (...) il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi (...). Vi è una crescente consapevolezza della portata di questo problema, sia nel centro che nella periferia dell'Europa.
(JP Morgan Report, giugno 2013, in apertura a Marco Travaglio  e Silvia Truzzi, "Perché no", Il Fatto-Paper-First, 2016).

Perché votare NO - (1) - La "nuova" Costituzione Renzi-Boschi-Verdini è scritta coi piedi: prolissa e incomprensibile.  L'articolo 70, per esempio, passa da 9 a 439 parole. (2) - La Camera avrà deputati per 2/3 non eletti, ma nominati dai capipartito. Il Senato 100 senatori nominati dai Consigli regionali tra consiglieri e sindaci, protetti dall'immunità. (3) - Il primo partito, anche se rappresenta il 20-25% dei votanti, avrà il 54% dei deputati e il suo capo sarà padrone del governo, del Parlamento, del Quirinale, delle Authority e della Rai. (4) - Il bicameralismo non è affatto superato: il ping pong delle leggi Camera-Senato rimane e i sistemi di approvazione passano da 2 a 10. Dal bicameralismo perfetto al bicameralismo confuso. (5) - Per le leggi di iniziativa popolare, le firme da raccogliere passano da 50 a 150 mila. Per i referendum (in cambio di un quorum un po' ridotto) da 500 a 800 mila. Ps. Se vince il No, Renzi e la Boschi hanno promesso di andare a casa. Quasi quasi... (in ultima di copertina a Marco Travaglio e Silvia Truzzi, "Perché no", Il Fatto-Paperfirst, 2016)
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