da tutte le finestre delle strade
per cui passo, essere tutte le rade
ombre che vedo o immagino vegliare
nei loro fiochi santuari. Abbiamo,
sussurro passando, lo stesso sogno,
cancellare fino a domani il sogno
opaco, cruento del giorno, li amo
anch’io i vostri muri pallidamente
fioriti, i vostri sonnolenti acquari
televisivi dove i lampadari
nuotano come polpi, non c’è niente
che mi escluda tranne la serratura
chiusa che esclude voi dalla paura.
*** Giovanni RABONI, da Quare tristis, Mondadori, 1998, in 'poesiainrete', 4 maggio 2020, qui
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