Stasera, incredibilmente, una storia che va tutta dall'altra parte riguarda me. Me in prima persona.
Ed è una storia vera. Appena successa.
Dunque nel 1995 ho fatto la stagione al mare come cameriere. C'era questo ristorante assurdo in cui lavoravamo almeno in cinquanta, la sera dormivamo tutti insieme in questi stanzoni in soffitta, c'erano ragazzi di tutte le provenienze e nazionalità.
Non proprio il posto più tranquillo del mondo, considerato che il primo giorno di lavoro sono stato minacciato con un coltello alla gola da parte del pizzaiolo, che le risse erano più frequenti delle docce e i Nas venivano spesso a farci visita.
Detto questo.
C'era questo bambino siciliano. Sua mamma lavorava in lavanderia (sì era un ristorante talmente grande che aveva una sua lavanderia all'interno) e suo fratello in cucina, così lui stava lì, tutto il giorno, faceva su e giù. Facemmo amicizia. Giocavamo sempre a calcio insieme. Mi ricordo che gli piaceva un sacco la piccola palla di cuoio che avevo. Così alla fine gliela regalai.
Mi ricordo i suoi occhi lucidi di felicità quando gliela diedi e gli dissi che la poteva tenere, che era sua. E sua madre, che mi abbracciò come se gli avessi regalato, che ne so, una macchina nuova fiammante.
Ed era solo una piccola palla di cuoio.
Ok.
Poi pochi giorni dopo tornai a casa, la quinta superiore stava iniziando, la vita ricominciava.
Bene.
Ieri mi scrive un ragazzo, sulla trentina. Nella foto profilo è con una ragazza. Abbracciati, sorridono felici.
"Tu negli anni 90 hai lavorato a Lignano?"
"Sì, perché?"
"Lavoravi in un ristorante e c'era un bambino siciliano, ti ricordi?".
Era lui. E certo che mi ricordavo.
Wow, che bello, che tuffo nel passato, penso.
E poi mi dice questa cosa.
"Non so se ti ricordi, ma tu un giorno hai regalato un pallone a un bambino".
E, infine, mi manda questa foto qua sotto.
Quel bambino ha conservato il piccolo pallone per 24 anni.
Rovinato, ammaccato, bucato, è rimasto lì. Non lo ha mai buttato via. E stasera mi ha mandato la foto di un momento da niente in cui qualcuno aveva fatto un gesto gentile per lui quando era ancora un bambino.
Facendomi un regalo molto più prezioso del mio di 24 anni fa: la sensazione che il bene che fai, per quanto piccolo, per quanti giri fa, poi torna. Tutto, e anche di più.
La vita è proprio una figata.
*** Enrico GALIANO, insegnante e scrittore, facebook, 8 settembre 2019, qui
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