Ha ripreso sonno quasi subito. Il tempo di udire il suo sospiro. Nonostante tutto si è sentita rassicurata quando, al mattino, il posto accanto al suo era vuoto. Poi però ha percepito l’odore del caffè, e lui si è presentato con il più classico dei vassoi da colazione: caffè, appunto, succo di frutta, yogurt, due cornetti caldi. «Sono sceso a prenderli alla pasticceria all’angolo.»
Alba ha annuito, indecisa se ringraziarlo per tutta quella premura o mandarlo a quel paese.
Il Biondo aveva già fatto la doccia, il sapone biologico produceva uno strano contrasto sulla sua pelle, una punta di sottobosco in eccesso.
«Sai» le ha detto a un certo punto, «puoi dire di amare davvero una donna solo quando la ami al risveglio.»
«Sul serio, Biondo?»
«Sì, quando ancora il mistero della notte non è del tutto scivolato via dal corpo e…»
«Questa da dove viene? Dai Baci Perugina o da Cinquanta sfumature di grigio?»
Il Biondo sbuffa. Offeso, ferito, si ritira.
«È stato solo un momento, Gianni. Non significa niente. Fattene una ragione.»
È rimasta sotto le coperte finché non ha sentito sbattere la porta. Si è trattenuta a lungo sotto la doccia, per cancellare l’odore del sesso. Ma mentre lo lavava via, era già come se lo rimpiangesse.
*** Giancarlo DE CATALDO, 1956, già magistrato, scrittore, Alba nera, Rizzoli, 2019
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