no, non sto piangendo.
Mi tengo il viso tra le mani
per tenere calda la mia solitudine:
mani che proteggono,
mani che nutrono,
mani che impediscono
alla mia anima di vivere
nella rabbia.
*** Thich Nhat HAHN, 1926, monaco buddista, poeta, Mi tengo il viso tra le mani, in Libero ovunque tu sia, discorso tenuto al penitenziario di Stato del Maryland, Usa, Parallax Press, Berkeley, 2000, tradotto da Associazione Essere Pace, 'esserepace.org', qui.
Commenta Thich Nhat Hahn: «Ho scritto questa poesia durante la guerra del Vietnam dopo che l’aviazione statunitense aveva bombardato la città di Ben Tre. Ben Tre è la città d’origine della mia collega Sister Chân Không: le forze aeree statunitensi la distrussero completamente perché in città vi erano cinque o sei guerriglieri. In seguito un ufficiale dichiarò che aveva dovuto bombardare e distruggere Ben Tre per salvarla dal comunismo. Questa poesia tratta della rabbia.» qui
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