«Se Mattarella ce lo chiedesse saremmo disponibili a formare un esecutivo per modificare la legge elettorale» (Pietro Grasso, leader di Liberi e Uguali, 'ilfattoquotidiano.it', 28 febbraio 2018, qui)
Da elettore di sinistra ancora in dubbio su chi e cosa votare il 4 marzo, provo qualche brivido.
Perché ovviamente non c'è bisogno di nessun governo di scopo per cambiare la legge elettorale.
Dovremmo tutti sapere che in una repubblica democratica costituzionale è il Parlamento che fa le leggi e basta che il Parlamento, se vuole e se riesce a trovare la maggioranza, si dia lo scopo di cambiare la legge elettorale, che l'osceno 'Rosatellum' si spazza via in pochi mesi.
Frasi del genere sopra riportate fanno credere che si stiano cercando anticipatamente alibi per giustificare strani possibili inciuci oggi a parole negati.
Dovremmo tutti sapere che in una repubblica democratica costituzionale è il Parlamento che fa le leggi e basta che il Parlamento, se vuole e se riesce a trovare la maggioranza, si dia lo scopo di cambiare la legge elettorale, che l'osceno 'Rosatellum' si spazza via in pochi mesi.
Frasi del genere sopra riportate fanno credere che si stiano cercando anticipatamente alibi per giustificare strani possibili inciuci oggi a parole negati.
Forse la cultura governista, montante da anni a sinistra, ha fatto dimenticare che si può anche non sedere tra i banchi del governo. E che, quando ci sono le condizioni, si può recuperare il sano valore dell'opposizione. Che è una funzione utile non per bearsi di una 'posizione-contro' aprioristicamente 'pura e dura', ma per contrastare le politiche e le leggi della maggioranza e costruire, anche testimoniando un altro modo di 'essere' e 'fare' politica, future possibilità di presenza al governo.
Francamente mi pare che i dubbi di 'tenuta' di Liberi e Uguali verso prospettive di alleanze pericolose, anche da parte di chi come me tenta di avere uno sguardo benevolo nei confronti di una lista che pure presenta tanti limiti (per il passato di alcuni protagonisti quanto meno complice con il renzismo) e che non riesce a 'scaldare i cuori' (per una leadership appannata e poco incisiva), aumentino ogni giorno.
Il rischio di un risultato elettorale ben lontano dalle due cifre sognato da qualcuno, ma soprattutto di uno smottamento generale, a partire dal 5 marzo, delle tre componenti della lista (Mdp, Sinistra Italiana e Possibile) è sempre più alto: questa dichiarazione di Pietro Grasso (peraltro preceduta da altre quanto meno ambigue) sembra far pensare che la tentazione governista sia dietro l'angolo e che il 'cartello elettorale' costruito in modo un po' (troppo) improvvisato per il prossimo voto possa durare appunto solo lo spazio di una elezione, rinunciando alla prospettiva di una trasformazione in qualcosa di più serio e di stabile
Di tutto ciò si può avvantaggiare la concorrenza del neonato movimento di Potere al Popolo, nato a sinistra di LeU proprio con l'intento di assicurare la presenza di una sinistra di opposizione netta e intransigente, costruita 'dal basso', fuori dai giochi di potere e non disponibile a tatticismi di 'politica politicante'.
Per questa forza, tuttavia, il superamento della soglia del 3% per l'entrata in Parlamento non è per nulla scontato: e il rischio che il voto venga dissipato è quasi una certezza.
Insomma, anche queste poche righe di un elettore qualunque denunciano quanto sia difficile oggi, almeno per chi si colloca in un'area precisa e non 'di tendenza', fare scelte convinte, coerenti con il proprio sentire e ritenute almeno minimamente utili per tenere accesi, testimoniare e affermare principi, valori e programmi di una sinistra che fatica a essere se stessa.
*** Massimo Ferrario, Sinistra al voto, tra tentazioni di governo e scelte di opposizione, per Mixtura
In Mixtura ark #Spilli qui
Di tutto ciò si può avvantaggiare la concorrenza del neonato movimento di Potere al Popolo, nato a sinistra di LeU proprio con l'intento di assicurare la presenza di una sinistra di opposizione netta e intransigente, costruita 'dal basso', fuori dai giochi di potere e non disponibile a tatticismi di 'politica politicante'.
Per questa forza, tuttavia, il superamento della soglia del 3% per l'entrata in Parlamento non è per nulla scontato: e il rischio che il voto venga dissipato è quasi una certezza.
Insomma, anche queste poche righe di un elettore qualunque denunciano quanto sia difficile oggi, almeno per chi si colloca in un'area precisa e non 'di tendenza', fare scelte convinte, coerenti con il proprio sentire e ritenute almeno minimamente utili per tenere accesi, testimoniare e affermare principi, valori e programmi di una sinistra che fatica a essere se stessa.
*** Massimo Ferrario, Sinistra al voto, tra tentazioni di governo e scelte di opposizione, per Mixtura
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