Non vi è una sola mia asserzione che non sia stata stravolta e rovesciata. Perciò io non insisto mai su una mia affermazione. Potete accettarla, ma se non lo fate, va bene lo stesso. Forse me ne vorrete per questo, ma io credo che la volontà di vivere sia presente in ciascuno di noi, e ci aiuterà a scegliere quel che va bene per noi. Quando ho in analisi un individuo, devo stare estremamente attento a non travolgerlo con le mie convinzioni o con la mia personalità, poiché egli deve combattere la sua battaglia solitaria nella vita e deve poter avere fiducia nelle proprie armi, siano anche rozze e incomplete, e nella sua meta, anche se fosse molto lontana dalla perfezione. Se gli dico: “Questo non va bene e bisognerebbe migliorare”, lo privo del suo coraggio. Deve arare il suo campo con un aratro che forse non è del tutto adeguato; il mio potrebbe essere migliore del suo, ma a che gli servirebbe? Lui non ha il mio aratro, ce l’ho io, e non può chiedermelo in prestito. Deve usare i propri utensili, per quanto incompleti, e deve lavorare con le capacità che ha ereditato, per quanto carenti. Naturalmente io lo aiuto, dicendogli ad esempio: “Il suo pensiero è eccellente, ma forse potrebbe migliorare sotto altri aspetti.” Se non vuole darmi retta, non insisterò perché non voglio farlo deviare dal suo cammino.
*** Carl Gustav JUNG, 1875-1961, medico e psicoanalista svizzero, fondatore della psicologia analitica, Psicoanalsi e psicologia analistica, Opere 15, Fondamenti della psicologia analsiitca, Quarta conferenza, Bollati Boringhieri, edizione digitale
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