mercoledì 9 novembre 2016

#SPILLI / Democrazia, e fascismo (M. Ferrario)



Lo scrivevo il 25 aprile 2012 su twitter.
Lo riscrivo oggi, 9 novembre 2016, sollecitato dalla elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stai Uniti.
Perché continuo a credere che le cose, innanzitutto, vadano chiamate con il loro nome. 

Dopo di che, come sempre, non bisogna smettere di cercare di capire.

Anche il fascismo storico, qua da noi in Italia, o il nazismo, in Germania, non sono piovuti dal cielo: si sono attivati perché certe circostanze esterne - politiche, economiche, sociali - ne hanno favorito l'attivazione.

Nella nostra 'pancia' di esseri umani, individuale e collettiva, dorme un nocciolo, duro e incomprimibile, di 'fascismo psicoculturale'. Di chiusura egoistica. Di voglia di affermazione anche prevaricatoria. Di indifferenza verso gli altri. 
Di 'menefrego' e di 'io so' io e voi non siete un cazzo'.
Un nocciolo nato con noi. Ineliminabile
Soltanto contenibile, ma mai cancellabile. E governabile, quando ci riusciamo, con gli strumenti, anche culturali, che possiamo avere, ma che pure ci sarebbe bisogno ci venissero maggiormente dati.

Tutto ciò, al di là delle scelte e dei posizionamenti consapevoli di ognuno di noi: di qualunque colore ideologico noi siamo.

Quando questo fascismo si sveglia e ci sfugge fuori da noi stessi, spesso è perché ci sentiamo 'invasi', quando non perseguitati, da un contesto che non tiene conto della nostra esistenza. Che è più forte di noi. E noi siamo impossibilitati a far capire le nostre ragioni. Ad agire per affermare che non esistono solo 'loro', ma esistiamo pure 'noi': contro un potere istituzionalizzato, vissuto come nemico, che sembra non vederci e non riconoscerci. 

Non so se il richiamo ai 'poteri forti' sa ormai di retorica: cambiamo pure la metafora, se abbiamo paura del suo slittamento a mito consolatorio. 
Il fatto però è che 'questi' assetti di potere (e non penso a nessun singolo 'grande vecchio' che li governa, decidendo a suo vantaggio contro tutti gli altri che siamo noi), benché possano dare adito a qualche lettura di tipo paranoide, comunque, nella realtà dura dei fatti, esistono: talmente intrecciati, e con sinergie moltiplicate a livello esponenziale, che non se ne possono più individuare i tanti protagonisti. Ma se i singoli che compongono i 'poteri che contano' non sempre si distinguono, il loro 'network' ha ormai prodotto un 'amalgama', stretto e compatto, che pare invincibile.
E il risultato, per il 99% dell'umanità che è fuori da queste stanze che fanno i loro interessi e non i nostri, è il senso di impotenza totale.

Ineguaglianze alle stelle, disoccupazione montante generalizzata, arroganza istituzionale, corruzione dilagante, arricchimenti sfrontati di chi è già ricco e impoverimenti osceni di chi è già povero: tutto questo non può che contribuire a produrre frustrazione, delusione, dolore, rabbia, rancore, voglia di rivalsa.
Ed ecco allora che l'urlo, quando non lo sparo, sarà anche populista o addirittura fascista, ma diventa - si crede - legittima difesa.
E tutto si colora di odio.
Anche mal indirizzato: come è dimostrato dalle infinite guerre tra i poveri conosciute dall'umanità (e peraltro ben strumentalizzate da chi ha il potere per farlo). 
Anche masochista: quando ci si affida a imbonitori pronti a incantarci, magari pure dall'alto dei loro miliardi, e farci credere che loro sono come noi e provvederanno a noi stessi e addirittura a combattere, loro buoni, i poteri cattivi.

Ma tanto più ciò accade se non paiono esserci alternative. 
E chi dovrebbe aiutarci (perché dice di volerlo fare) a combattere contro gli assetti costituiti, per darci finalmente lo spazio di sopravvivenza (economica, sociale, politica) che ogni giorno vediamo diminuire, non lo fa, perché è parte degli assetti costituiti.

Ogni riferimento alla triste accoppiata Donald Tump-Hillary Clinton non è casuale.

*** Massimo Ferrario, Democrazia e fascismo, per Mixtura

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