mercoledì 2 novembre 2022

#FAVOLE & RACCONTI / Il giovane caduto dal cielo (Massimo Ferrario)

Un’anziana contadina, un'anima buona e semplice, stava tornando dal mercato, carica di borse per la spesa appena fatta al paese a qualche chilometro di distanza. 
Era quasi arrivata a casa, quando per strada incontrò un giovane: lui l’aveva vista da lontano mentre lei camminava lenta e affaticata e si era fermato a guardare fisso il cielo, col naso all’insù. 
“Che cosa significa questo?”, pensò la vecchia. 

Quando fu vicina al giovane, lo salutò e gli chiese: 
- Amico mio, perché stai guardando in aria? È successo qualcosa lassù?
- Cara donna -, rispose il ragazzo, - sono appena caduto dal cielo e ora non riesco a ritrovare il buco per rientrarvi.

La donna non si mostrò stupita più di tanto. 
Ripeté solo: 
- Caduto dal cielo? Ho capito bene?

Il giovane confermò, con forza. 
- Esatto, Donna. Hai capito benissimo. Sono arrivato sulla terra senza difficoltà. Ma ora non so come rientrare. 

La vecchia neppure per un attimo mise in dubbio le parole del giovane: la sua naturale buona fede, frutto del suo animo candido, era automaticamente attribuita a chiunque incontrasse.
Pensò subito a suo figlio. 
- Quindi -, commentò la vecchia, - se sei appena caduto dal cielo, devi conoscere bene come stanno le cose lassù…
- Certo -, disse il giovane. - Visto dove abito, ormai sono diventato un esperto di cielo e conosco tutto quello che c’è lassù: cose e persone. 
- Allora forse conosci anche mio figlio Kees, morto quasi due anni fa?
- Kees? -, chiese il ragazzo con foga. - Kees, hai detto? È tuo figlio? E mi chiedi se lo conosco? Mia cara donna, è il mio amico più caro!
- E' meraviglioso -, disse la vecchia, - e dimmi... dimmi: come sta?
- Abbastanza bene! Anche se… sì, insomma, la settimana scorsa un po’ si lamentava che le sue calze sono ormai piene di buchi. E anche le camicie e i pantaloni cominciano a  essere consumati. E poi, la salsiccia, il prosciutto e il burro non riesce più a mangiarli: spariti dalla tavola. Però, a parte questo, sta bene. E’ allegro. E chiacchieriamo spesso. Siamo ottimi amici. Sei fortunata ad avere avuto un figlio come lui.
- Oh, amico mio, ma è fantastico: dunque conosci Kees. E siete amici…

La donna lasciò trascorrere qualche secondo di silenzio. Ebbe un attimo di commozione. 
Poi si riprese. 
- Mi dicevi delle sue calze consumate. E dei vestiti. Ma non c'è nessuno lassù che possa prendersi cura di queste cose?
- No -, disse l'uomo, - in cielo ognuno bada a sé stesso.
- E poi mi dicevi che lui non riesce più a mangiare salsiccia, prosciutto e burro? Ma come mai? Soprattutto le salsicce erano la sua passione. Non si trovano in cielo?
- Sì, sono in vendita, ma lassù è tutto terribilmente costoso e lui cibi così non se li può permettere.
- Oh caro il mio figliolo, è un peccato che anche adesso che è morto debba soffrire per dei bisogni elementari che non riesce a soddisfare. Ma io, pur essendo una povera contadina, potrei benissimo permettermi di fargli arrivare qualcosa… qualche vestito... un po’ di quel cibo che so gli piace…

La donna voleva sapere tutto e non finiva di chiedere. E l'uomo raccontò con ogni dettaglio come stava Kees, e cosa stava facendo, e dove e come esattamente viveva. 

Alla fine però disse che doveva tornare in cielo, altrimenti sarebbe stato in ritardo e c’era il rischio che venisse punito. 
- Torni in cielo ora? - chiese la vecchia.
- Sì, certo. Devo solo ritrovare il buco da cui passare - , rispose il giovane.
- Allora, poiché conosci così bene Kees, saresti così gentile da farmi un grande favore? 
- Se posso, volentieri, buona donna. Vedo che sei una mamma affettuosa: te lo meriti.
La vecchia sorrise. 
- Vieni a casa mia: ti preparo una valigia, con alcune cose che mi piacerebbe potessi portargli.
- D’accordo -, disse. - Oltre che per te, lo farò perché Kees è Kees: gli sono molto legato. Ma se non ci affrettiamo, poi mi tireranno le orecchie per essere stato via così a lungo.

Il giovane raccolse le borse pesanti che la donna si trascinava con fatica dal mercato e insieme andarono alla fattoria. 
Qui la vecchia confezionò due bei pacchi: uno per il giovane caduto dal cielo, perché era stato così gentile e disponibile, e uno per Kees. Il pacco per Kees era naturalmente molto più grande e la donna disse che dentro c’era anche un sacchetto pieno di soldi, così che il figlio potesse comprarsi tutte le salsicce che voleva. 

Poi il giovane si congedò: doveva sbrigarsi a ritrovare l’entrata del cielo. 

La vecchia guardò il giovane che se ne andava a passo svelto con i due pacchi, con la testa alta che scrutava il cielo alla ricerca del punto giusto per rientrarvi. E non smise di guardarlo, mentre si allontanava sul sentiero, fino a quando fu una figurina piccola piccola. 
Pensava: “Chissà come sarà felice Kees quando il suo amico tornerà e gli racconterà che è stato qui”. 

La donna non seppe mai se Kees ricevette il pacco che lei gli aveva preparato con tanto affetto.
Del resto, a tutt’oggi, nessuno neppure sa se il giovane caduto dal cielo, abbia trovato, lassù in alto, il buco da cui rientrare.

*** Massimo Ferrario, Il giovane caduto dal cielo, per 'Mixtura', libera riscrittura di un testo olandese, registrato a Rotterdam nel 1894 e tradotto in americano nel 2014 da DL Ashliman, 1938, scrittrice e folclorista statunitense -  Fonte: Gerrit Jacob  Boekenoogen, 1868-1930, linguista olandese, Van den man die uit den hemel gevallen was, Volkskunde: Tijdschrift voor Nederlandsche Folklore, vol. 15 (1903), no. 41, pp. 187-88, in DL Ashliman, a cura, Folklore and Mythology Electronic Texts Università di Pittsburg, online


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