Il progresso, inteso come risultato dell'utilizzo della tecnologia alle attività umane, ha di fatto usato la tecnica solo inizialmente per migliorare la condizione umana, ma poi, perlomeno nel mondo occidentale, ha investito tutto in una crescita esponenziale della capacità produttiva e basta.
Questo eccesso di capacità produttiva ha fatto nascere il consumismo spinto, e di conseguenza il marketing che di fatto ha finto per dissociare il prodotto dal proprio valore intrinseco assegnandogli un valore virtuale.
Era l'unico modo per stimolare nuovi consumi.
Solo fino agli anni '80 questo progresso ha offerto anche un miglioramento della condizione umana. Negli anni '90 il sistema è stato tenuto in piedi dalla flebo del ricorso al debito generando la bolla che ha portato alla crisi dei primi anni 2000.
Adesso dobbiamo ricondurre la tecnica all'etica, ad un progresso che metta al centro l'uomo e la terra, garantendone uno sviluppo sostenibile, ritornando al vero valore delle cose, unico modo per dare ai nostri figli un mondo migliore del nostro.
*** Luciano CHENET, 13 novembre 2019, qui
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