L’ho già raccontata qualche rara volta. Ma è una storia che merita di essere citata di nuovo.
Racconta di una ricerca demoscopica telefonica su un campione rappresentativo della popolazione 18-70enne, ‘filtrato’ in modo da escludere coloro che non si dichiaravano membri di una coppia amorosa da almeno due anni: gente, insomma, con una ‘lei’ o un ‘lui’ da un certo periodo di tempo.
La domanda cruciale era ‘aperta’, ossia non prevedeva modalità di risposte pre-fissate, appunto ‘chiuse’. E quel che si chiedeva era una cosa semplice: “Per quale motivo Lei si è messa (o messo) con lui o con lei, col Suo partner? mi dica con le Sue parole solo il principale motivo”.
La classifica stupì i ricercatori, certi che la risposta più indicata sarebbe stata “perchè lo o la amavo”: in omaggio alla cultura dell’amore romantico, che domina da tanto tempo, dopo l’era dei matrimoni combinati e/o di quelli fondati sull’interesse economico.
Neanche per sogno: largamente vincente fu la risposta “perchè mi amava”, un risultato identico a quello di numerosi altri Paesi euro-atlantici.
Questo risultato mi pare indichi tre ‘verità’. La prima è che l’amore innamora, così come la motivazione provata finisce col motivare gli altri.
La seconda ha a che fare col nostro imprescindibile bisogno di essere riconosciuti, valorizzati, amati: un bisogno più forte, sin dalla nascita, di quello – in qualche modo reattivo, ‘di risposta’ – incentrato sull’amore.
La terza ‘verità’ è che noi temiamo che il nostro desiderio di voler bene possa restare deluso dall’Altro, mentre – se è l’Altro a desiderarci – non corriamo alcun rischio.
Forse l’amore non ci vede come sole, che illumina e scalda, ma come luna, illuminato dalla nostra stella. Il calore nella relazione viene dopo: dopo che siamo stati tratti fuori dall’ombra e quindi possiamo divenire complementari nel dare e nell’offrire un rapporto caldo, hot, persino scottante.
*** Enrico FINZI, sociologo, già presidente di Astraricerche, fondatore e responsabile di Sòno, Amare, essere amato, 'blog di enricofinzi.it', 27 novembre 2019, qui
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