domenica 10 novembre 2019

#SENZA_TAGLI / Avete veramente rotto (Alessandro Gilioli)

Avete veramente rotto. Ma tanto.

Avete rotto con questa danza indegna da dervisci ubriachi, un piede dentro il governo e uno fuori, e naturalmente è sempre colpa di quell'altro, oggi ci stiamo domani vediamo, no così non si fa si deve fare cosà, magari a primavera si cambia premier che dite?, eh ma quella tassa lì non va bene io ho un'idea migliore, Ilva boh accoglienza boh pensioni boh ambientalismo doppio boh.

E nessun disegno di Paese, nessun ideale verso cui tendere, nessuna prospettiva che scaldi anche vagamente i cuori, nessun progetto per i milioni di ragazzi che se ne vanno, per quelli ancora più sfigati che restano, per il welfare che si scioglie, per la scuola e gli ospedali, per il territorio ridotto a veleno, per le paghe da fame, insomma per mettere un freno allo smarrimento dei tanti che finiscono - inevitabilmente - nelle braccia di Salvini.

Già, Salvini: siete stati bravissimi a metterlo fuori gioco, per quanto il grosso del lavoro lo abbia lui stesso a Ferragosto in spiaggia, comunque siete stati bravi ad approfittare del momento, siete pure stati coraggiosi a mettervi insieme dopo dieci anni di insulti - «pidioti» «grullini», «sciachimisti» «Bibbiano».

Okay, bravi, nelle manovre di Palazzo non vi batte nessuno e anche quelle servono in politica, per carità, Lincoln insegna, d'accordo, ma poi? Poi cosa avete deciso di fare del tempo che avete comprato?

Sì, perché avete comprato del tempo, lo sapete.

Del tempo per «sgonfiarlo», si è detto due mesi fa, e sgonfiarlo forse per voi voleva dire solo cacciarlo dal Viminale.

Ottima cosa, anche questa, ma anche un bambino sapeva che non era abbastanza. Che per sgonfiare qualcuno che ha un progetto preciso di Paese - reazionario, nazionalista, xenofobo, trumpiano, violento, machista, tradizionalista e paternalista: ma è un progetto - beh, per sgonfiarlo serve un progetto di società diverso, anzi magari proprio opposto: ambientalista, egualitarista, libertario, femminista, nonviolento, insomma qualche straccio di idea e di pratica fondata sui diritti sociali e civili.

Non è quello che gli italiani in maggioranza adesso vogliono?

Lo so, lo sappiamo.

Ma avevate comprato del tempo apposta. Per rovesciare l'egemonia subculturale nazionalista, xenofoba, livorosa e trumpiana. Per non far prevalere in ciascuno degli elettori (delle persone) il proprio lato oscuro. Per mostrare a tutti che si può vivere meglio, se ci liberiamo di quel lato.

Un po' come quando si toglie il traffico nei centro storici - avete presente? - o come quando si è deciso di proibire il fumo nei cinema e nei ristoranti: all'inizio tutti contrari - poi qualcuno ha sfidato la contingente impopolarità e lo ha fatto, sei mesi dopo nessuno sarebbe tornato mai indietro.

Questo è avere un'idea, e usare il tempo perché quell'idea diventi, se non vincente, almeno diffusa.

Invece no, voi il tempo lo state buttando.

Da due mesi.

Anzi peggio: lo state paradossalmente usando proprio per Salvini, per gonfiarlo ancor più di quando lo avete disarcionato.

Al punto che sembra che sia lui a dettarvi ogni mossa: dai, litigate su tutto, dai fate vedere che siete un'armata Brancaleone, dai giocate ancora tra di voi a chi ce l'ha più lungo, dai mostrate ancora agli elettori che non c'è nulla su cui siete d'accordo, tanto meno in prospettiva, né la questione sociale né l'ambiente, né le politiche per i giovani né quelle per i vecchi.

E dai, rincorrete ogni giorno noi di destra sulla gran balla del no tax, ma rincorreteci anche su tutto il resto, noi siamo qui, bei tranquilli, aspettiamo serafici che passi il vostro cadavere, non abbiamo bisogno nemmeno più di agitarci tanto perché fate tutto da soli, al massimo fingiamo un po' di esserci moderati per fottervi meglio, anche se non ce ne sarebbe nemmeno più bisogno.

Ecco, avete veramente rotto. Ma tanto.

Perché così della peggior destra possibile diventate complici.

*** Alessandro GILIOLI, vicedirettore di 'L'Espresso', Avette veramente rotto, blog 'piovono rane', 7 novembre 2019, qui


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