Nel ventunesimo secolo anche in Occidente la condizione della donna lavoratrice è ancora segnata da una forte disparità rispetto ai maschi. In Italia in media:
- Le donne lavorano 60 minuti in più al giorno, contando anche il lavoro domestico.
- Il lavoro non retribuito delle donne costituisce il 61% di quanto lavorano ogni giorno (per gli uomini è il 23). Ciò si riferisce a pulire, lavare, stirare, cucinare, allevare i bambini, fare la spesa, occuparsi gratuitamente degli anziani e dei malati e via dicendo.
- Il 45% delle donne resta fuori dal mercato del lavoro (per gli uomini è il 26).
- Il 12% delle donne attive non trova lavoro (per gli uomini è il 10).
- Nel 29% dei casi le donne occupate lo sono in condizioni “disagiate”, cioè con un part-time involontario o con una forma contrattuale precaria indesiderata (per gli uomini il dato è al 16).
- La paga oraria lorda è inferiore del 6,1% per le donne. Questa è una vera matrioska di discriminazioni. Il dato del 6,1%, che si chiama divario di genere non corretto, è il secondo migliore d’Europa, ma questo non deve trarre in inganno. L’accumulo con le altre ingiustizie-matrioska determina un effetto complessivo molto maggiore: il divario di genere complessivo è addirittura del 43,7%. Questo significa che mediamente le donne italiane hanno un reddito annuo poco superiore a metà di quello degli uomini: uno dei dati peggiori d’Europa.
*** Mauro VANETTI, programmatore e attivista di sinistra, 1979, La sinistra di destra. Dove si dimostra che liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall'altra parte, Edizioni Alegre, 2019
In Mixtura ark #Mosquito qui
Grazie della segnalazione. :-)
RispondiElimina