So che disturbo. Ma non chiedo scusa.
Da 10 giorni - quindi dal 22 dicembre, prima di Natale - 49 migranti divisi su due navi, Sea Watch 3 e Sea Eye, galleggiano abbandonati in mare senza che nessun Paese UE conceda loro un porto di approdo.
Le due navi continuano a lanciare richieste di aiuto, anche per il peggioramento a breve delle condizioni meteo. Ma noi, in Europa, 500 milioni di abitanti, non abbiamo posto per 49 migranti, di cui alcuni bambini.
E poi, non abbiamo tempo: dopo il cenone di Natale, siamo indaffarati a brindare al nuovo anno. Rigorosamente con presepe, vangelo e crocefisso: per non dimenticare le tradizioni cristiane.
Per loro, l'abbiamo ripetuto, "è finita la pacchia". E noi dobbiamo "difendere i sacri confini della Patria".
Brindiamo pure al nuovo anno, ma facciamo attenzione: se per caso, in un attimo di lucidità dovessimo ricordarci chi siamo (diventati), potremmo vomitare.
Non ci assolveremmo comunque.
Ma forse quel rigurgito direbbe che non siamo del tutto perduti.
E per capire a che punto siamo finiti, potremmo anche riflettere su dove è finita la speranza: in un vomito.
*** Massimo FERRARIO, Brindisi, vomitevole, per Mixtura
Vedi Corriere.it, qui
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